Corriere di Verona

Tuta, paracadute e casco sulla bara di legno L’addio a Corrado, vittima della sua passione

I funerali dell’istruttore precipitat­o a Ferragosto. Le parole struggenti della moglie

- E.P.

Di fronte a lei, nella chiesa di Parona gremita di amici, la bara di legno chiaro coperta di fiori. «Con te Corrado, condivider­ò tutta la mia vita, le mie gioie e i miei dolori. Finché quel giorno arriverà e ci ritroverem­o, come abbiamo già deciso, nel nostro posto. E allora potrò abbracciar­ti di nuovo e per sempre. Ti amo tantissimo, tantissimo come dicevamo: tantissimo e sempre. Cieli blu amore mio, cieli blu e arrivo anch’io. Devi solo aspettarmi». Parole, quelle di Antonella, che hanno commosso tutti i presenti riunitisi ieri pomeriggio per dare l’ultimo addio a Corrado Magoga, l’istruttore di paracaduti­smo morto a Ferragosto per un incidente in fase di atterraggi­o dopo l’ultimo lancio di giornata. Era stata proprio la moglie la prima a precipitar­si sulla pista dell’aeroporto di Boscomanti­co per cercare di prestare i primi soccorsi al 48enne, andato a sbattere violenteme­nte contro un ultralegge­ro fermo sull’erba. E con la stessa forza e lo stesso amore, ieri, Antonella lo ha voluto salutare a modo suo. «Sei le cose più belle del mondo, il mio arcobaleno di colori - ha detto -. Ho avuto la fortuna di condivider­e la vita con te nella gioia e ora anche nel dolore. In te io vedevo la bellezza della luce della tua anima».

Una passione, quella per il volo, ricordata anche dal parroco don Mario, nel corso dell’omelia: «Corrado era animato da questa enorme passione per le altezze e vale davvero la pena avere grandi motivazion­i perché sono quelle a muovere i nostri passi: non siamo solo materia, c’è uno spirito che ci guida».

Stretti nelle loro magliette arancioni con le maniche grigie, gli amici e gli allievi della scuola di paracaduti­smo Skydive Verona, con il presidente Alberto Bauchel e la responsabi­le Anna Madinelli. Sono stati loro, prima della celebrazio­ne, a sistemare sulla bara il paracadute arancione e il casco che Corrado utilizzava per i suoi lanci. Tra i banchi i colleghi della Arduini & Nerboldi e gli amici di San Valentino di Badia Calavena, dove la coppia viveva. Poi, ha preso la parola anche il fratello: «Purtroppo nell’ultimo periodo c’erano state alcune divergenze tra noi, ma ho la consapevol­ezza che Corrado, quando poteva aiutarmi, lo ha sempre fatto. Aveva la capacità di essere una bellissima persona. Grazie Corrado, per avermi aiutato anche quelle volte in cui non lo avrei meritato. Addio fratello caro».

 ??  ?? A Parona La bara di Corrado Magoga nella chiesa gremita ieri per i suoi funerali: sopra la bara, il casco e il telo del suo paracadute
A Parona La bara di Corrado Magoga nella chiesa gremita ieri per i suoi funerali: sopra la bara, il casco e il telo del suo paracadute

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