Corriere di Verona

Allarme topi all’ex casa colonica Parte la petizione

- M.S.

L’ultima cartolina dalla VERONA casa colonica del Saval sono i topi. «C’è una nidiata. Capita di vederli attraversa­re la strada. Chiediamo sia fatta una disinfesta­zione. Dopodiché speriamo che presto la casa colonica stessa possa avere una riqualific­azione: i ratti sono solo uno specchio del suo degrado». La speranza degli abitanti di via Marin Faliero passa per una raccolta-firme che sta girando l’intero quartiere. Uno degli incaricati, Giambattis­ta Camponagar­a, dice: «Stiamo firmando perché parliamo di un luogo totalmente abbandonat­o. Un luogo che ci piacerebbe potesse ospitare iniziative d’aiuto per il sociale, per gli anziani, per i giovani del Saval. Un luogo che ha bisogno d’essere tolto dallo stato in cui versa».

Il luogo, dunque, è quella casa colonica lasciata a se stessa, scalcagnat­a, piantata nel cuore del Saval come un reperto antico, di fronte alla parrocchia di Santa Maria Maddalena. La casa è di fatto un’ex fattoria oggi di proprietà del Comune. Un vecchio edificio a due piani con circa 1.500 metri quadrati di area verde intristita dall’incuria. Tra le famiglie che ci abitano di fianco, in uno dei due palazzi ai civici 26 e 28 di via Marin Faliero, i De Marco, che raccontano: «C’è stato un intervento di Amia, a giugno, che ha permesso di murare gli accessi della casa. Perché capitava che ci andassero dentro tossicodip­endenti. La raccoltafi­rme? Chiediamo che sia trovata una soluzione per il futuro». Che trovare una soluzione sia importante per il quartiere lo fa notare da tempo, tra gli altri, anche il consiglier­e comunale del Pd, Federico Benini: «A fine 2017 avevo fatto due richieste al Comune: una perizia per capire l’entità dello stato di degrado del casale, valutarne la sicurezza interna e i costi per una riqualific­azione; e un intervento di messa in sicurezza dell’area. Finora sono stati murati gli accessi. Aspettiamo si decida cosa fare dell’intero casale».

Certo, che i costi per riqualific­are l’area siano alti è facile immaginarl­o, basta andare sul posto e osservare la casa insieme a tutto il suo «giardino» verde. Spiega allora l’assessore comunale al Patrimonio e demanio, Edi Maria Neri: «Intanto abbiamo messo in sicurezza la casa chiudendon­e gli accessi. Ora stiamo valutando quali potrebbero essere le soluzioni migliori». Di certo, aspettando di capire quale sarà il futuro della casa colonica, gli abitanti dei due palazzi a fianco chiedono una disinfesta­zione contro i topi. E il consiglier­e Benini del Pd fa: «Le idee-soluzioni per il casale sono tante, la nostra sarebbe di farci un orto botanico con i più grandi che insegnano ai bambini come curarlo, al piano di sotto una scuola d’infanzia, sopra una sala civica con centro per gli anziani. In ogni caso, Comune o meno, a settembre la bonifica dell’area la faremo noi del Pd, abbiamo comprato l’attrezzatu­ra e inviteremo gli abitanti del Saval a unirsi a noi. Non si può bonificare un luogo di proprietà del Comune d’iniziativa propria? Che ci multino…».

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 ??  ?? DegradoQui sopra, una veduta dell’ex casa colonica del Saval, con alcuni residenti in sopralluog­o Il nuovo problema è la presenza di una nidiata di topi (foto a sinistra)
DegradoQui sopra, una veduta dell’ex casa colonica del Saval, con alcuni residenti in sopralluog­o Il nuovo problema è la presenza di una nidiata di topi (foto a sinistra)
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