«Il tonfo, l’Adige e quella donna che ho soccorso»
Tentato suicidio a Ponte Catena, parla l’agente. La donna ora è grave ma non rischia la vita
VERONA«Il tonfo è stato impressionante, temevo potesse essere troppo tardi. Per quello ho pensato di intervenire subito». Così l’agente Alessandro Marchini che domenica ha salvato una donna in Adige.
«Il tonfo è stato impressionante, VERONA temevo potesse essere troppo tardi. Per quello ho pensato fosse necessario intervenire subito». Era una domenica come tutte le altre per l’agente Alessandro Marchini, squadra volanti. Una domenica di libertà dal lavoro, non capita sempre. Si era dedicato a una corsetta per prima del pranzo, che lo aspettava a casa, preparato dalla moglie, sul lungadige Attiraglio, strada che nei giorni festivi è affollata dagli appassionati di jogging. Finché non è arrivato all’altezza di Ponte Catena, dove ha assistito al tentato suicidio di una donna. Erano le 12,45: una 58enne, residente in zona, aveva appena scavalcato la ringhiera del ponte. Non ha esitato, si è buttata e basta, ma l’ha fatto in un punto dove l’acqua era poco profonda. «Quando mi sono reso conto di quello che era successo, la donna era già finita in acqua – racconta Marchini il giorno dopo – ho fatto solo in tempo a notare che non si muoveva e che era quasi completamente sommersa dall’acqua, anche se il fondo era basso. Quindi ho pensato subito di correre giù: se era ancora viva e non si era fatta troppo male poteva essere tratta in salvo». Marchini è quindi sceso nell’argine basso percorrendo l’accesso pedonale, dove si è buttato in acqua, non prima di aver superato l’ostacolo della vegetazione. «In quel tratto c’erano parecchi rovi, io ero in pantaloncini corti – prosegue Marchini – è stata quella, forse, la cosa più fastidiosa». In ogni caso, il poliziotto riesce a raggiungere la donna. «L’ho stabilizzata mettendola controcorrente: pian piano il flusso dell’acqua la stava spostando. In questo modo poteva rimanere ferma, ho pensato che così si potessero evitare i danni alla colonna vertebrale. Del resto, il fondale in quel punto era molto basso, ed era chiaro che lei cadendo si era fatta molto male. Per un attimo è rimasta incosciente, poi l’ho scossa un po’, l’ho chiamato e lei ha risposto: ha ripreso i sensi, tossendo fuori acqua dalla bocca e dal naso. Ho fatto il possibile per tenerle fuori la testa, continuando a parlarle nel tentativo di tenerla vigile rassicurarla e di distrarla dalla caduta». Sono poi arrivati i rinforzi, chiamate dalla persone sopra il ponte, su indicazione dello stesso Marchini. Sul posto sono giunte due volanti: gli agenti si sono calati con una corda per dare una mano al collega. Quindi sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno sollevato la donna con un’imbracatura, calata dall’autoscala. È stata ricoverata nel vicino ospedale di Borgo Trento. L’azienda ospedaliera fa sapere che la prognosi è tuttora riservata, ma non sarebbe in pericolo di vita. Ha comunque riportato molte fratture, rimangono però ignoti i motivi che l’avrebbero spinta a tentare di togliersi la vita. Il gesto del poliziotto è stato segnalato al questore Ivana Petricca e non è escluso un riconoscimento ufficiale per l’atto di salvataggio. «Il nostro agente – è il commento del vicequestore Giuseppe Cecere Palazzo – è stato coerente con quello che è uno dei motti della polizia di Stato: essere pronti sempre. Il che significa essere a disposizione della cittadinanza, se le circostanze lo richiedono, anche quando si è fuori servizio».
L’intervento In quel punto il fondale era basso, lei si era fatta molto male. Ho fatto di tutto per tenerla sveglia