Corriere di Verona

Processo al venetista: in 15 gridano al «complotto» Ma per ora Vella resta in cella

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(d.o.)Blitz in VERONA tribunale di alcune sigle indipenden­tiste. Un gruppo di 15 persone, tutti appartenen­ti alla galassia venetista si è presentata al secondo piano, dove era in corso l’udienza di Enrico Vella, arrestato a giugno con le accuse di falsa dichiarazi­one di identità e di resistenza a pubblico ufficiale, portato in carcere la scorsa settimana, dopo due mesi di domiciliar­i, perché non aveva aperto la porta a seguito di un’ispezione domiciliar­e da parte dei carabinier­i. Il tutto si è concluso con un nulla di fatto: il giudice Silvia Carrara ha aggiornato l’udienza al 21 settembre per avere il tempo di valutare un file audio fornito dall’avvocato Stefano Marchesini. Dagli indipenden­tisti, accuse a tutto campo di complotto a danni di Vella. «È falso che Vella abbia mai cercato di prendere la pistola dal fondino dei militari – avverte Giamberto Masiero, militante della stessa associazio­ne, Stato delle Venezie – Governo del Popolo Veneto – così come non c’è mai stata nessuna ispezione: hanno fatto di tutto per portarlo in cella». Proprio l’audio discolpere­bbe, secondo i venetisti, Vella dal reato di resistenza. I fatti risalgono al 10 giugno, dopo un controllo stradale in quanto l’auto su cui si trovava Vella esibiva una targa con la scritta «Stato Veneto delle Venesie» e quindi risultava anomala. ha esibito un “pasaporto deplomateg­o” non riconosciu­to dallo Stato. Ieri la difesa ha anche chiesto la libertà: per ora Vella resta in cella.

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In aula Blitz in tribunale di alcuni indipenden­tisti. Un gruppo di 15 persone sono intervenut­e a sostegno del venetista Enrico Vella

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