Estate cafona sul lago dolomitico C’è chi vuole il «numero chiuso»
La proposta-choc per salvare il Sorapis dai rifiuti. Le Regole: noi, contrari
CORTINA D’AMPEZZO (CORTINA) «C’è di tutto, le assicuro...». Sabrina Pais, che gestisce il rifugio «Vandelli», sulle Dolomiti, scrolla la testa. «L’anno scorso abbiamo trovato un frigo da campeggio con all’intero degli escrementi. E poi materassini gonfiabili, salvagente, fazzoletti di carta, bottiglie di plastica. Perfino due droni abbandonati da chissà chi...».
L’estate cafona non risparmia neppure le nostre montagne patrimonio dell’Unesco. Il «Vandelli» è a pochi minuti di passeggiata dal lago di Sorapis, uno specchio d’acqua turchese adagiato a 1.900 metri di quota, sopra Cortina d’Ampezzo. Negli ultimi anni, sui social è diventato una star, con migliaia di foto postate dai visitatori. «Oggi va di moda», ammette Pais. Il risultato è che, in queste settimane di alta stagione, a imboccare i sentieri che da Passo Tre Croci portano al Sorapis sono duemila persone al giorno. «Ma abbiamo picchi di tremila visitatori», spiega la donna che, con il marito, gestisce il rifugio. Un numero enorme, per un laghetto di montagna che tutte le mattine viene preso d’assalto da orde di turisti che se ne ripartono nel pomeriggio, lasciandosi alle spalle rifiuti di ogni genere.
«Il lago non è mio - spiega Pais - ma mi piange il cuore vederlo sporco. Così, quasi tutti i giorni mando qualcuno del mio staff a ripulire. Tornano con borse cariche di ogni genere di cose abbandonate sulle rive. Rifiuti che poi, a mie spese, devo caricare sull’elicottero che li porta a valle».
Anche il sindaco di Cortina d’Ampezzo, Giampietro Ghedina, è a conoscenza del problema. «Il lago di Sorapis ammette - è diventato uno dei punti di maggiore attrazione turistica. E tra la folla, c’è una minoranza che non si comporta come dovrebbe. Capita a Venezia, capita alla Fontana di Trevi. E capita anche qui, purtroppo...».
Il rischio è che i veri amanti della montagna, quelli alla costante ricerca di posti incontaminati, alla fine decidano di tenersene alla larga. Su Tripadvisor, il motore di ricerca più utilizzato dai vacanzieri, c’è già chi paragona il Sorapis alle spiagge di Rimini: «È un posto da sogno ma infrequentabile in alta stagione»; «La maleducazione la fa da padrona, con gente che arriva al lago col materassino e lascia rifiuti e sporcizia»; «Non ho mai visto una quantità tale di gente concentrata in un luogo così; temo che tra qualche decennio sarà deteriorato». E così via.
Le soluzioni adottate - come i cartelli, comparsi quest’anno, che invitano a tutelare i luoghi - per ora, hanno solo arginato il fenomeno. Ma non bastano a scoraggiare i «furbetti» che continuano a seminare sporcizia o a parcheggiare le auto lungo i sentieri. Per questo, qualcuno propone una terapia-choc. «C’è chi chiede il “numero chiuso” per il Sorapis - racconta Stefano Lorenzi, il segretario delle Regole d’Ampezzo - in pratica vorrebbe fissare un limite al numero di visitatori, oltre il quale bloccare l’accesso all’area». Dal punto di vista pratico è un’ipotesi realizzabile: lungo il percorso esiste una cengia attraverso la quale passa un escursionista per volta. Ma l’idea di esportare i tornelli veneziani sulle nostre Dolomiti, piace a pochi. «Sono contrario - taglia corto il regoliere - perché è l’antitesi della filosofia che dovrebbe governare gli amanti della montagna. I nostri paesaggi sono un bene che deve restare accessibile a tutti». Allo stesso modo, dal suo rifugio, la pensa anche Sabrina Pais: «Il numero chiuso creerebbe visitatori di serie A e di serie B. Invece questo lago è un angolo di paradiso del quale tutti devono poterne godere. Ma occorre prestare più attenzione, magari aumentando la vigilanza, per evitare che l’inciviltà di pochi ricada su tutti coloro che amano Cortina e le nostre vette».