Muore schiacciato dal carro dell’uva
Fatale caduta dal trattore: la vittima, 60 anni, faceva l’artigiano edile a San Bonifacio
Sbatte la testa contro un fil di ferro tirato fra due filari di vigne e cade dal trattore, il carro carico d’uva che trainava lo schiaccia. È morto così ieri a Lonigo, in via Lore, Paolo Provoli, 60enne di San Bonifacio. L’uomo, che di professione era artigiano edile, stava vendemmiando in un appezzamento di proprietà della moglie. È stato trovato esanime da una delle due figlie, arrivata lì verso le 15: la ragazza ha chiamato vigili del fuoco e Suem 118, ma invano.
Sbatte la testa contro un fil di ferro tirato fra due filari di vigne e cade dal trattore, il carro carico d’uva che trainava lo schiaccia. È morto così ieri a Lonigo, in via Lore, Paolo Provoli, 60enne di San Bonifacio.
L’uomo, che di professione era artigiano edile, stava vendemmiando in un appezzamento di proprietà della moglie. È stato trovato esanime da una delle due figlie, arrivata lì verso le 15: la ragazza ha chiamato vigili del fuoco e Suem 118, ma ogni soccorso è stato inutile.
«È un lutto doloroso – commenta il sindaco di San Bonifacio Giampaolo Provoli, cugino di secondo grado della vittima –. Paolo lascia la moglie e due figlie, era una persona volonterosa e un padre di famiglia coscienzioso. Anche nel suo ambiente lavorativo era molto apprezzato: era noto come un grande lavoratore ed era specializzato negli “smaltini”, gli intonaci delle case».
In via Lore, ieri pomeriggio, oltre al personale medico e ai pompieri, sono intervenuti anche i carabinieri per i rilievi e lo Spisal dell’Usl 8, per la ricostruzione dell’accaduto. Secondo i primi riscontri degli inquirenti Provoli ieri nel primo pomeriggio, nel momento dell’incidente, stava guidando il trattore ed era solo. Il mezzo trainava il carro carico d’uva, ma ad un certo punto l’artigiano è stato buttato giù dal mezzo da un cavo d’acciaio che non aveva visto.
Secondo le prime ricostruzioni è finito sotto il carretto trainato dal trattore, nella parte centrale. Il veicolo è avanzato per altri due metri da solo, fermandosi contro il palo di un vitigno e rimanendo fermo, ma acceso, lì: le ruote un po’ alla volta hanno scavato nel terreno, facendo sprofondare il veicolo fino agli assi.
Si è abbassato così anche il carretto posteriore, che ha schiacciato la vittima all’altezza del torace. Verso le 15 è arrivata lì una delle figlie, per dare una mano al padre nella vendemmia. Ha trovato il mezzo agricolo acceso e senza conducente, e appena ha visto cosa era accaduto ha dato l’allarme: sul posto assieme all’ambulanza si è precipitata una squadri di vigili del fuoco del distaccamento di Lonigo, che hanno raggiunto la vigna e con l’uso di cuscini sollevatori ad aria hanno estratto l’uomo da sotto il carretto. Nonostante i soccorsi, però, lo staff sanitario del Suem non ha potuto che constatare il decesso.
«Il nostro settore paga un prezzo troppo alto in termine di vite umane». Lo afferma Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commentando il decesso di Lonigo. Dopo l’assunzione di trenta tecnici Spisal, in base a uno specifico piano approvato dalla Regione, l’associazione degli agricoltori chiede che «vengano avviati gli altri interventi. Dobbiamo dare seguito al Piano per la sicurezza siglato in luglio: bisogna puntare sulla formazione, attraverso la consulenza delle associazioni. Dobbiamo imprimere in modo forte ai nostri soci la cultura della sicurezza, siano essi dipendenti o imprenditori».