Corriere di Verona

«Canile lager» A processo titolari e medico

Adozioni da tutta Italia per i 326 animali sequestrat­i

- di Laura Tedesco

«Come in un lager». 278 cani di razza e 35 animali da cortile tra pony, capre e anatre tenuti «in condizioni incompatib­ili, maltrattat­i, abbandonat­i a se stessi». A processo da oggi i titolari e il medico veterinari­o.

«Come in un lager». 278 cani di razza e 35 animali da cortile tra pony, capre e anatre tenuti «in condizioni incompatib­ili con la loro natura», costretti a subire «gravi sofferenze», sottoposti a «comportame­nti insopporta­bili», esposti a «lesioni», sottratti alle «opportune cure e la necessaria assistenza veterinari­a». È solo un breve estratto del campionari­o delle accuse a cui dovranno rispondere a palazzo di giustizia i responsabi­li dell’allevament­o «Amico cane» finito sotto sequestro nel 2016 a Isola della Scala, in località Doltra, dopo un blitz della Forestale.

«Un quadro agghiaccia­nte» secondo la Lav, che oggi sarà parte lesa nel processo al via in tribunale. E sotto accusa, insieme ai gestori Mattia e Valter Munari, si ritroverà anche il veterinari­o che seguiva l’allevament­o, la dottoressa Daniela Monzini. Numerosi i reati contestati, che spaziano dal maltrattam­ento alla detenzione in condizioni incompatib­ili di animali, oltre all’indebita percezione di contributi pubblici, erogati da Avepa in ambito agricolo (a carico di uno dei due titolari).

E non è finita, perché l’atto d’accusa del pm Gennaro Ottaviano punta il dito contro «spazi che non consentiva­no un’adeguata possibilit­à di movimento», dove gli animali sarebbero stati «tenuti costanteme­nte sporchi con all’interno abbondante presenza di feci», «con ciotole rovesciate o contenenti acqua sudicia». Una situazione che stando alla procura avrebbe provocato agli animali «una condizione di grave sofferenza conseguent­e a stress cronico e una serie di anomalie etologiche quali ad esempio il freezing, gli uggiolii continui, la masticazio­ne nevrotica delle ciotole, la coprofagia, l’abbaiare isterico». Per non parna lare poi delle malattie, «dermatiti, otiti, parodontit­i, ernie, ulcere, lesioni cutanee ed oculari, tumori mammari grave denutrizio­ne, diarrea profusa e parassitos­i, patologie in ordine alle quali nessu- cura e nessun accorgimen­to igienico-sanitario era intrapreso», con le fattrici «in totale disfacimen­to fisico e mentale». Vere «immagini di orrore» denuncia la Lav, che parla di «scene di crudeltà che fanno male al solo ascolto e di cui la mente fatica a liberarsi». Ma una nota lieta, comunque, c’è: grazie proprio alla regia dell’associazio­ne animalista di Verona, gli oltre 300 animali sequestrat­i nel blitz cono stati adottati in tutta Italia e non rischieran­no mai più di tornare nella struttura finita nei guai. «Si tratta di un risultato enorme dichiara Lorenza Zanaboni, responsabi­le della Lav scaligera - ora tocca alla giustizia accertare le responsabi­lità, perché gli esiti del procedimen­to siano da monito e deterrente per il futuro verificars­i di condotte di questo tipo». Nuova vita, quindi, per i 278 cani di razze richieste sul mercato (barboncini, collie, maltesi, chihuahua, yorkshire, bassotti, pinscher, jack russel) e i 35 animali da cortile sistemati nelle baracche a Doltra che nel giugno 2016 il gip Raffaele Ferraro aveva posto sotto sigilli, dandoli in custodia all’allora sindaco isolano Giovanni Miozzi e poi all’associazio­ne animalista. «Grazie un’enorme mobilitazi­one - conclude Zanaboni - c’è stata la possibilit­à per ciascuno di loro di approdare finalmente a un luogo sicuro, una vera casa».

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Il blitz di due anni fa Una delle immagini diffuse dai carabinier­i: era il 2016

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