Lo dimettono, va a casa e muore Nuovi periti: slitta l’autopsia
Tempi più lunghi per i risultati. Un chirurgo l’unico indagato
Si è ampliato ieri il pool di consulenti che si stanno occupando dell’autopsia sul giovane paziente stroncato a 33 anni dopo essere stato dimesso dall’ospedale. Una tragedia che risale al mese scorso e su cui è in corso un’inchiesta del pm Valeria Ardito che ha iscritto finora un medico sul registro degli indagati. A difenderlo, è l’avvocato Mirko Zambaldo. Per vederci chiaro il pm aveva subito disposto l’autopsia i cui risultati, attesi nel giro di tre mesi, saranno indispensabili per accertare se si sia trattato o meno di un’emergenza evitabile. Ma i tempi per conoscerne gli esiti saranno probabilmente più lunghi. Attacchi di vomito, mal di testa, difficoltà a parlare: visitato al Pronto soccorso di Borgo Trento, l’uomo era stato dimesso in codice verde con la prescrizione di un antibiotico. Purtroppo il paziente, origini vicentine e da tempo residente in città, era stato trovato senza vita l’indomani dalla madre. Un sospetto caso di malasanità?
La famiglia ha presentato immediatamente un esposto e ora chiede giustizia e verità: tre i legali di parte lesa, gli avvocati Giuseppe Trimeloni, Alessandra Bocchi e Abbondio Dal Bon. Stando a quanto riferito dai congiunti, il giovane (che aveva di recente accusato una trombosi) aveva iniziato a stare male mercoledì 8 agosto e da quel giorno gli attacchi di vomito e il mal di testa non lo avevano più abbandonato. Era intervenuto anche il medico di base ma non si capiva con esattezza di cosa potesse soffrire. La diagnosi del Pronto soccorso parlava di «infezione alimentare»: di qui la prescrizione dell’antibiotico, il problema è che la vittima nonostante il farmaco non accennava a riprendersi e la mattina dopo, quando la madre andò in camera per svegliarlo, lo scoprì senza vita. Di qui la decisione di presentare un esposto-denuncia dove si chiede l’intervento della magistratura.