Ricatto osé sulla sexy chat: studentesse nei guai
Prima i dialoghi hard, poi la tentata estorsione: «Cento euro o lo diciamo alla tua fidanzata»
Dalle conversazioni a luci rosse sulla «sexy chat» alla tentata estorsione: «Vogliamo cento euro oppure raccontiamo tutto alla tua fidanzata». Sarebbe stato un ricatto a tutti gli effetti, stando a quanto contesta loro la procura scaligera, quello pianificato e soprattutto messo in pratica da due giovani arrivate dalla Sicilia e giunte a Verona per studiare. Oltre che con i libri, tuttavia, le due ragazze imputate (entrambe difese dagli avvocati Gianluca Vettorato e Maurizio Romeo Pisoni) avrebbero impiegato il loro tempo anche con dell’altro. Nello specifico, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbero infatti allacciato uno scambio via chat dai toni e contenuti piuttosto «arditi» con un loro giovane coetaneo veronese (la parte offesa ha 23 anni e risulta anch’egli uno studente).Fin qui, nulla di illegale. Il problema, tuttavia, si sarebbe innescato in un secondo tempo, quando le ragazze si sarebbero spinte a ricattare l’«amico» sul web. Inequivocabile, a parere dell’accusa, il tipo di minaccia a cui sarebbero ricorse le imputate: «Vogliamo cento euro oppure raccontiamo ogni cosa alla tua fidanzata e ai tuoi amici». Di qui, ieri mattina, il rinvio a giudizio di entrambe le giovani indagate chiesto dal pm e disposto dal giudice per l’udienza preliminare Livia Magri. Stando al gup, infatti, dagli atti di indagine emergerebbe il quadro di un’«apparente fondatezza dell’accusa»: i soldi, in particolare, li avrebbero pretesi «sotto forma di ricarica su carta postepay». L’«amico» di chat però non si è piegato: è andato in caserma e ha denunciato tutto ai carabinieri.