Corriere di Verona

Chiudono tutti in uno stanzino e rapinano la banca indisturba­ti

Banditi in azione a Porto San Pancrazio. Bottino da centomila euro

- Enrico Presazzi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Due clienti come tutti gli altri. Poco prima delle 15 di ieri pomeriggio si sono avvicinati al bancone della filiale della Banca Popolare di Verona, di via Paolo Sarpi, al Porto San Pancrazio e hanno chiesto alla dipendente dove fosse il direttore. La donna si è voltata un secondo per indicare il suo superiore e, all’improvviso, si è ritrovata la lama di un taglierino puntata alla gola. Ed è stato immediatam­ente chiaro a tutti i presenti che quei due uomini non erano entrati per chiedere lumi su un investimen­to o un prestito. «Questa è una rapina», hanno detto con tono estremamen­te calmo, tradendo un accento meridional­e. Hanno ordinato ai quattro dipendenti e ai clienti di seguirli in una stanzina a lato dell’atrio principale. Lì, si sono fatti consegnare velocement­e i cellulari prima di rinchiuder­li all’interno per poter agire indisturba­ti.

Un colpo probabilme­nte studiato a tavolino, perché i banditi non hanno avuto alcuna fretta. Dopo aver preso per un braccio la prima impiegata, l’hanno fatta uscire ordinandol­e di aprire le casse con i codici e di consegnare il contante. E, a distanza di svariati minuti, si sono fatti consegnare migliaia di euro, mazzetta dopo mazzetta. Poi, dall’interno della filiale, si sono fatti aprire anche la cassa continua dello sportello bancomat che era stato caricato da poco e che conteneva parecchio denaro. Nessuno, dall’interno, è riuscito a dare l’allarme e i malviventi hanno proseguito per circa un’ora la loro meticolosa azione. Indisturba­ti. Anzi, ogni volta che arrivava un nuovo cliente, il malcapitat­o veniva «spogliato» del cellulare e rinchiuso insieme agli altri nella stanzina. Nell’ultimo caso, quando si è affacciata all’ingresso una donna che soffriva di cuore, la tranquilli­tà dei due banditi ha iniziato a vacillare. Perché la malcapitat­a ha accusato un leggero malore e i due hanno capito di dover affrettare i tempi per non rischiare. Usciti velocement­e a piedi in strada, si sono dileguati tra le viette del quartiere senza essere visti da alcun testimone.

L’allarme è scattato verso le 16 e i primi a intervenir­e sul posto sono stati gli agenti delle volanti seguiti a ruota dai colleghi della polizia scientific­a e della squadra mobile. Secondo i primi accertamen­ti è dato praticamen­te per certo che i due avessero un complice che li attendeva poco distante in auto. Dalle prime testimonia­nze dei dipendenti e dei clienti (cinque in totale quelli sequestrat­i durante il blitz), sembrerebb­e che uno dei due rapinatori fosse collegato via auricolare con qualcuno che, dall’esterno «dava i tempi», indicando il momento giusto per l’apertura delle casse temporizza­te. Ma della banda, fino alla tarda serata di ieri, nessuna traccia.

La polizia ha acquisito le immagini del circuito interno di videosorve­glianza della filiale che ha ripreso i due in pieno volto. Spregiudic­ati al punto da non indossare nemmeno i guanti per evitare di lasciare impronte. E i tecnici della scientific­a hanno lavorato a lungo per repertare ogni dettaglio utile. Secondo i primi calcoli, il bottino potrebbe aggirarsi attorno ai centomila euro, ma nelle prime ore si era ritenuta possibile anche una cifra pari al doppio. Un colpo relativame­nte simile a quello messo a segno a metà luglio in piazzale Cadorna, in borgo Trento dove tre banditi a mani nude avevano costretto impiegati e clienti a seguirli in un ufficio dove erano stati rinchiusi. Anche in quel caso, le testimonia­nze, parlavano di rapinatori con accento del Sud Italia.

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(foto Sartori) La filiale Del Banco Popolare, si trova in via Paolo Sarpi. La polizia scientific­a è intervenut­a per effettuare i rilievi dopo il colpo

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