I sindaci del Garda: «Avanti con il collettore» Ma il M5S: va cambiato
Scontro tra istituzioni sul progetto del collettore per il lago di Garda. Da un lato i 20 sindaci dei comuni della sponda veronese che nell’assemblea dei soci di Azienda Gardesana Servizi (Ags), l’altro giorno, hanno votato all’unanimità l’iter per il progetto definitivo dell’opera (il cui costo è stimato in 220 milioni) e soprattutto il «modello» adottato come nuovo impianto di raccolta fognaria. Dall’altro il Movimento 5Stelle, che ribadisce la posizione critica assunta fin dalla scorsa legislatura: la super condotta che fa confluire i reflui al depuratore di Peschiera può essere «ripensata» con tanti piccoli depuratori dislocati lungo la costa lacuale. Un’idea che, però, non è mai stata accolta da amministratori ed esponenti politici del territorio, nemmeno da Legambiente,
Ora, ad alzare il tiro, interviene il sottosegretario pentastellato all’Ambiente Salvatore Micillo, che annuncia: «È possibile rivedere il progetto del rifacimento del collettore realizzando un’opera più sicura ed ecosostenibile, possibilmente riducendo il finanziamento messo a carico dei cittadini, usando gli stessi fondi già stanziati». Dichiarazione a cui si appella Francesca Businarolo, deputata veronese del M5S: «Il ministero dell’Ambiente, per voce del sottosegretario – scrive la deputata ha chiarito che si può analizzare più a fondo il progetto ancora in fase preliminare ed eventualmente apportare modifiche, che ci saranno in ogni caso, senza per questo rinunciare ai finanziamenti per le opere di depurazione. Questo mette la parola fine alle polemiche strumentali dei giorni passati e chiarisce che si possono ancora mettere in campo delle soluzioni migliorative per garantire l’efficienza economica, la sostenibilità ambientale e la salute delle acque del Garda e dei cittadini». Polemiche sorte perché la deputata, in una interrogazione al ministro Costa, aveva chiesto di spostare i 100 milioni stanziati per il collettore su soluzioni alternative.
Sull’altra «sponda», però, si schierano Comuni, Regioni e deputati di tutte le altre forze politiche a ribadire, invece, la necessità di procedere speditamente nel completamento del progetto previsto. Va all’attacco la deputata Pd Alessia Rotta, per cui Businarolo non solo «dimostra di ignorare lo stato di avanzamento dell’opera e la condivisione da parte delle amministrazioni coinvolte», ma fa correre il rischio «di perdere un’occasione storica per il territorio» e «infangare il lavoro fatto, nascondendosi dietro buoni principi, quali la trasparenza e il contenimento dei costi», già garantiti, dice Rotta, dalle convenzioni con il Ministero dell’Ambiente.