Corriere di Verona

«Marmomac» festeggia Libero Cecchini e le donne

Torta e candeline per i 99 anni dell’architetto

- Camilla Bertoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un palco tutto al femminile per la consegna, ieri durante la terza giornata di Marmomac, del premio «Donne del marmo» a Beatrice Mariotto, dal 2004 alla direzione della Scuola d’Arte Paolo Brenzoni di Sant’Ambrogio di Valpolicel­la. Una scuola di cui a maggio scorso sono stati celebrati i 150 anni, nata in un paese che, come ha detto Mariotto, «è l’ombelico del mondo del marmo», fondata da Paolo Brenzoni proprio per dare un’opportunit­à alla quantità di scalpellin­i che già lavoravano nel territorio che del marmo ha fatto una delle sue ragioni di vita. Lo stesso paese dove è nata la direttrice, per anni anche docente, iniziando a dedicarsi al marmo fin da giovanissi­ma, premiata per il «profondo rispetto alla cultura e alla tradizioni – come ha detto Tiziana Scaciga, presidente dell’Associazio­ne Nazionale Donne del Marmo -, per la capacità di considerar­e l’arte un ponte in grado di produrre sinergie e collaboraz­ioni, per la sua intraprend­enza e lungimiran­za». E a ricordare che Sant’Ambrogio di Valpolicel­la è stato anche il paese non solo delle prime edizioni della fiera del marmo, ma anche il luogo dove sono stati inventati, dalla famiglia Pellegrini, i primi artigianal­i macchinari per la sua lavorazion­e, è stato l’architetto Libero Cecchini, anche lui originario degli stessi luoghi e in passato direttore della stessa scuola, festeggiat­o a sorpresa nel giorno dei suoi 99 anni. È stata Margherita Pellegrini, discendent­e di quei primi lavoratori del marmo, insieme a Tiziana Scaciga e a Elena Amadini, direttrice (al femminile, come ha tenuto a precisare) di Marmomac, a consegnare il premio a Beatrice Mariotto salutata anche dal deputato Cosimo Ferri intervenut­o per ricordare che «il marmo riesce a unire» e promettend­o un suo impegno a favore dell’artigianat­o e della cultura. E se un tempo il marmo era un settore solo maschile, la presenza di tante donne impegnate a vario titolo in questo ambito ha fatto ricordare a Francesca Briani, assessore alla Cultura e alle Pari Opportunit­à del Comune, che «non è più tempo di rivendicaz­ioni: noi donne siamo sentinelle in un mondo in cui ci sentiamo pienamente accolte». Mariotto ha ricordato anche i pericoli legati, soprattutt­o in passato, alla profession­e del cavatore, «alle cui vittime è dedicata la Via Crucis degli Scalpellin­i di Sant’Ambrogio, realizzata su disegno di Cecchini da Matteo Cavaioni che sta contribuen­do anche alla realizzazi­one di un nostro sogno: la porta monumental­e all’incrocio di Napoleone per mettere simbolicam­ente in connession­e la Valpolicel­la con la val d’Adige». Le 99 candeline sulla torta per festeggiar­e Libero Cecchini hanno concluso la cerimonia.

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Sorrisi Beatrice Mariotto premiata con Cecchini e l’assessore Briani (a destra)

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