L’Edipo Re di Bob Wilson Visioni tra danza e video
All’Olimpico la tragedia si Sofocle riletta dal grande regista
Si apre oggi con uno spettacolo d’eccezione,
Oedipus per la regia di Robert Wilson, la 71esima edizione del Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, curata da Franco Laera con Adriana Vianello e Virginia Forlani. La messa in scena del regista e light designer americano, genio della luce e di un teatro che infrange i canoni tradizionali, è costruita sull’Edipo Re di Sofocle, pensando a uno spettacolo site specific, destinato a rimanere negli annali del teatro. In calendario da stasera a sabato 6 ottobre (ore 20.30), e domenica (ore 18.30). Prendendo idealmente le mosse dall’Edipo rappresentato la sera del 3 marzo 1585 per l’inaugurazione del teatro palladiano, Wilson ha operato con la sua inconfondibile cifra stilistica che fonde insieme linguaggi diversi, dal teatro alla danza, dalla musica all’arte visiva. Hanno collaborato con lui alla regia Ann Christin Rommen, alla scenografia Annick Lavallee-Benny e alle luci Solomon Weisbard. I costumi sono creazione di Carlos Soto. Sul palco, un cast di attori, performer e musicisti ad accompagnare le parole di due interpreti, Angela Winkler e Mariano Rigillo, ai quali è affidato il ruolo di narratori sul modello degli aedi di tradizione omerica. Al loro fianco, Dickie Landry, sassofonista di New Orleans che col suo strumento disegna una drammaturgia sonora dal vivo, e Michalis Theophanous, Meg Harper, Casilda Madrazo, Kayije Kagame, Alexis Fousekis. Completano il gruppo, Marta Allegra, Pietro Angelini, Alessandro Anglani, Marcello di Giacomo, Francesca Gabucci, Laila Gozzi, Alice Pagotto, Edoardo Rivoira, Federico Rubino. Alle musiche di Landry si alternano e si mescolano quelle di Kinan Azmeh, clarinettista siriano, a creare contrasti sonori di intensa forza evocativa. Il testo di Sofocle, che racconta la vicenda di Edipo, inconsapevole assassino del padre e sposo della madre, non viene restituito nella sua interezza, ma delineandone le linee portanti attraverso brani della traduzione di Ettore Romagnoli del 1926 e di quella cinquecentesca di Orsatto Giustiniani, intrecciate ad inserti in inglese, tedesco, latino e a versi del testo greco originale. Compaiono inoltre scene che non sono presenti nella tragedia sofoclea, come quella dove la Pizia annuncia l’oracolo di Delfi.