Corriere di Verona

Ciak, raccolta fondi per riaprire il cinema

Così si vuole far rivivere la sala di via Cantarane: anche un bar social e spazio-lettura

- Peluso

Potrebbe avere una nuova vita l’ex cinema Ciak di via Cantarane a Veronetta. Il progetto, ribattezza­to «RiCiak» è portato avanti da alcuni cittadini «Da circa un anno pensiamo come fare per ridare nuova vita al cinema La nostra idea è di trasformar­lo in un cinema di comunità che parte dal basso, con le radici piantate nella gente. Vorremmo sì creare cartelloni con proiezioni cinematogr­afiche, ma costruire intorno situazioni di socialità».

Basta dire «cinema Ciak» per aprire uno squarcio nella memoria di tutti color che hanno assistito all’ultima proiezione in via Cantarane ormai dieci anni fa. Tra questi nostalgici, c’è chi si rimbocca le maniche per trasformar­e un sogno in azione concreta. «Da circa un anno pensiamo come fare per ridare nuova vita al cinema, nel cuore di Veronetta, un quartiere vivacissim­o – spiega Debora Meggiolaro, organizzat­ore della DM Eventi, tra i promotori del progetto Ri-Ciak – La nostra idea non è sempliceme­nte quella di riaprirlo per farne un ennesimo cinema cittadino, bensì di trasformar­lo in un cinema di comunità che parte dal basso, con le radici piantate nella gente. Vorremmo sì creare cartelloni con proiezioni cinematogr­afiche, ma costruire intorno situazioni di socialità: aprire un social bar dove prendere un aperitivo, ma anche dove poter leggere un libro, giocare a tombola, scambiarsi idee, creare sale dove possano esprimersi anche altre associazio­ni».

Costruito nel 1972 nella galleria di via XX Settembre 98, è stato dapprima cinema Embassy di film a luci rosse, per poi diventare il celebre e compianto Ciak. «Il gruppo promotore del progetto Ri-Ciak è composto da cittadini con diverse esperienze e competenze. Abbiamo dovuto indossare una veste ufficiale per poter accedere a bandi e raccolte fondi: è nata così l’associazio­ne ViveVision­i, un’impresa sociale che persegue gli stessi obiettivi - spiega il presidente Emanuela Gamberoni, professore associato dell’università - La sala ha bisogno di essere ristruttur­ata e ammodernat­a. È indispensa­bile avere il sostegno di enti, istituzion­i e concittadi­ni».

Un sostegno che non si è fatto attendere, visto che si sono schierati a favore di RiCiak il Dipartimen­to Culture e Civiltà dell’ ateneo, l’Accademia di Belle Arti, Mag Verona, Camera di Commercio e i titolari dell’immobile, di proprietà di Paolo Valerio (direttore artistico del Teatro Nuovo). «Il progetto Ri-Ciak è per noi una manifestaz­ione d’interesse – dichiara Marco Braga, project manager dell’ufficio T2I Technology Transfer and Innovation della Camera di Commercio – perché seguiamo le azioni volte a salvaguard­are il capitale culturale intangibil­e. Il nostro contributo sarà seguirli nel loro crowdfundi­ng online». Sì, perché i sogni son belli, ma non pagano. A farlo ci pensa in parte la Regione Veneto che, proprio in questi ultimi giorni, ha annoverato Ri-Ciak nella lista dei progetti finanziabi­li (con un contributo, da bando, pari a 47 mila euro) e soprattutt­o ci penseranno le prime mille persone che aiuteranno l’associazio­ne ViviVision­i a rialzare la saracinesc­a, associando­si all’impresa sociale con un contributo ciascuno di 55 euro e tutte le forme di azionariat­o popolare (qualsiasi coinvolgim­ento in termini di tempo, soldi, competenze sono ben accetti). «Abbiamo stimato che per riattare il cinema, occorrano 300 mila euro, ma ne bastano 100 mila per dare il via ai lavori» conclude Gamberoni.

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Entusiasmo Il gruppo che ha lanciato la raccolta fondi per ristruttur­are e riaprire il vecchio cinema Ciak mila euro

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