Chievo, c’è Rolly incrocio pericoloso (con rimpianti)
Domani in campo Contro il Cagliari l’ex tecnico
«Grazie Rolly». Lo striscione è del 6 maggio scorso. Il Chievo si giocava la prima di tre finali — Crotone, Bologna, Benevento — da cui avrebbe grattato una salvezza col brivido. Rolando Maran era stato esonerato pochi giorni prima, dentro Lorenzo D’Anna, oggi salutato per chiamare l’ex ct azzurro Gian Piero Ventura. «Grazie Rolly», scrisse il North Side, al Bentegodi. Da lì si può partire per raccontare l’incrocio sentimentale ma anche tesissimo di domani, il Chievo — sempre a -1 e reduce dal terribile esordio di Ventura contro l’Atalanta — in casa del Cagliari di Maran. Perché la storia di Maran al Chievo è soprattutto la storia di un volto di famiglia (già difensore centrale gialloblù dal 1986 al 1995) che ha salvato tre volte la squadra nel momento più difficile (tuttora in corso) della società. Arrivava a Veronello, Maran, nell’ottobre 2014, pochi mesi dopo l’addio del ds Giovanni Sartori, per oltre 25 anni dominus del mercato e riferimento fondamentale dell’organigramma. Un addio che il Chievo, ancor’oggi, non è riuscito a metabolizzare. Basti pensare alle difficoltà insorte proprio nel momento in cui il lavoro dell’era Sartori in fatto di giocatori (suoi acquisti le ancora attuali colonne Radovanovic e Birsa così come Inglese, l’ultima grande cessione) non poteva più essere una rendita su cui campare bensì un capitolo da superare per iniziare il rinnovamento. In un ambiente scosso da quella separazione, Maran è riuscito a garantire per tre campionati l’elemento primario di sopravvivenza, cioè i risultati della squadra. Allenatore più duraturo del Chievo in serie A, peraltro, Maran: 142 panchine, più di Delneri (134), Di Carlo (110) e Corini (65). Tre salvezze piene, dunque: 14esimo posto nel 2014/15, nono posto nel 2015/16, ancora 14esimo nel 2016/17. Il 4-4-2 al primo anno, il 4-3-1-2 poi, con Birsa trequartista inamovibile e Castro (altro ex di domani, maglia sarda) impeccabile — e non sostituita — cerniera fra mediana e attacco. Pressing alto, gioco palla a terra, per almeno due campionati il Chievo di Maran è stato un Chievo dal bel calcio. Poi l’incantesimo rottosi alla quarta stagione, l’incapacità di trovare nuove soluzioni allo spegnersi della fiamma tattica originaria e la squadra sfuggitagli di mano. L’esonero dal Chievo è di 6 mesi fa. Oggi il Cagliari gira a 10 punti, il club della Diga è sottozero. E Maran, da ex, capita nel momento peggiore della sua vecchia squadra.