Corriere di Verona

Coltellata al rivale: solo tre giorni in cella

Domiciliar­i al 40enne che sabato a Santa Lucia ha ferito l’ex della fidanzata

- La. Ted.

«Macché tentato omicidio, la mia è stata legittima difesa». Lo ha ribadito più volte, ieri, nel corso dell’interrogat­orio a cui è stato sottoposto in tarda mattinata dal gip Raffaele Ferraro. Difeso dall’avvocato Alberto Berardo, ha risposto a tutte le domande L. A., il palermitan­o di 40 anni arrestato sabato dalla polizia per tentato omicidio. Una versione, quella dell’indagato, che gli è valsa nel pomeriggio la concession­e dei domiciliar­i. Gravissima, su di lui pesava l’accusa di aver aggredito con l’intenzione di ucciderlo un bresciano di 30 anni, l’ex partner dell’attuale fidanzata dell’arrestato. Davanti al gip, però, il palermitan­o ha fornito una ricostruzi­one ben diversa. Ha spiegato che il bresciano (a cui è stata diagnostic­ata una prognosi di 15 giorni, ragion per cui la difesa ha chiesto la derubricaz­ione del reato da tentato omicidio a lesioni) avrebbe continuato da tempo a perseguita­re la sua attuale compagna nonostante lei non volesse più saperne di lui. E ha aggiunto che sabato, giorno del fattaccio, il «rivale» si sarebbe presentato a casa di lei con un pretesto e avrebbe reagito alle resistenze della donna, che si rifiutava di farlo entrare, strattonan­dola e usando contro di lei maniere «forti». Al punto da farla anche cadere e da provocarle contusioni ritenute poi guaribili in 21 giorni. A quel punto il palermitan­o avrebbe afferrato un suo coltello per difenderla, convinto che il bresciano disponesse di un’arma: avrebbe mirato alla spalla, anche se poi lo ha colpito vicino al petto. «Ma l’ho fatto solo per difendere la mia donna ferita». E ieri ha lasciato la cella.

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In azione La polizia sul posto

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