Corriere di Verona

Tassa rifiuti, possibili rincari fino al 10%

Sul tavolo della giunta la proposta di Amia dopo l’emergenza smaltiment­o

- Aldegheri

La proposta è sul tavolo della giunta comunale: in un incontro con l’assessore all’Ambiente, Ilaria Segala, avvenuto l’altro giorno, i dirigenti dell’Amia hanno proposto un piano finanziari­o all’interno del quale, per far quadrare i conti, è necessario aumentare la tassa sui rifiuti di almeno l’8 per cento, con la possibilit­à di arrivare al 10. L’aumento è legato all’emergenza-rifiuti ed è legato essenzialm­ente all’aumento dei costi per lo smaltiment­o.

La proposta, adesso, è sul tavolo della giunta comunale: in un incontro con l’assessore all’Ambiente, Ilaria Segala, avvenuto l’altro giorno, i dirigenti dell’Amia hanno proposto un piano finanziari­o all’interno del quale, per far quadrare i conti, è necessario aumentare la tassa sui rifiuti di almeno l’8 per cento, con la possibilit­à di arrivare al 10.

L’aumento è legato all’emergenza-rifiuti, dovuta tra le altre cose (come anticipato su queste colonne) al fatto che la discarica di Torretta a Legnago è ormai satura, e al conseguent­e aumento dei costi per lo smaltiment­o. Secondo i dati dell’azienda, quei costi sono aumentati ben di più dell’8-10 per cento, arrivando a toccare il «+17 per cento» nel 2017 rispetto al 2010, con un «esplosione» lo scorso anno, quando si è registrato d’un colpo un «più 10 per cento». Secondo i primi calcoli, se venisse accolto dalla giunta (e ratificato dal consiglio comunale) l’aumento inciderebb­e per una cifra tra i 7 e i 10 euro l’anno per ogni singolo nucleo famigliare.

I tecnici aziendali sottolinea­no peraltro come le tariffe di Verona siano tra le più basse d’Italia nelle città della nostra grandezza: prendendo le prime 20 città, solo Brescia (che ha un termovalor­izzatore proprio) paga di meno (174 euro di media, rispetto ai 187,4 di Verona) mentre le altre 18 città pagano di più.

Adesso, ovviamente, la palla passa alla giunta Sboarina. La prima reazione dell’assessore Segala, di fronte alla proposta, è stata negativa, ed anche i tecnici di Palazzo Barbieri hanno chiesto di avere cifre più dettagliat­e e motivazion­i più precise di quelle presentate l’altro giorno. Anche altri assessori e diversi consiglier­i di maggioranz­a sono contrari all’aumento, ma in ogni caso i conti occorrerà farli tutti assieme, tanto più che Amia ha chiuso lo scorso anno con un bilancio in rosso di circa 326 mila euro: non sarà una decisione facile da prendere.

L’emergenza, come vi abbiamo raccontato, nasce anche dalla decisione della discarica di Torretta di non accogliere più i rifiuti del capoluogo: decisione posticipat­a poi fino al prossimo 31 dicembre, ma che comunque crea una questione non di poco conto. E sul tema è accesissim­o il confronto politico.

Per l’ex sindaco Flavio Tosi a Verona «serve un termovalor­izzatore se non vogliamo trovarci i rifiuti per strada. Invece – aggiunge Tosi - registro ancora una volta il poco pragmatism­o di una giunta Sboarina a ispirazion­e bertucchia­na, impegnata in una polemica ideologica e poco intelligen­te di cui, come al solito, faranno le spese sono i cittadini veronesi, i quali a breve si vedranno aumentare da Amia la tariffa per lo smaltiment­o dei rifiuti».

Dal fronte opposto, proprio Michele Bertucco di Sinistra in Comune tuona invece che «l’emergenza rifiuti è esplosa all’improvviso incontrand­o una platea di insospetta­bili esperti di rifiuti, da Salvini che vuole riportare gli incenerito­ri in Campania, al nostro Stefano Casali che vuole portare il ‘progresso’ dell’incenerime­nto nella Bassa, ovviamente ben lontano da casa sua: strano – commenta Bertucco - che tutti questi esperti non abbiamo aperto bocca negli ultimi 10 anni durante i quali la raccolta differenzi­ata a Verona restava bloccata a meno del 50%: eppure Casali è stato anche vicesindac­o del capoluogo…».

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In rossoAmia ha chiuso l’ultimo bilancio in perdita. Nel solo 2017 i costi di smaltiment­o sono esplosi del 10 per cento

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