Corriere di Verona

Melegatti riapre e c’è chi vuole già un pandoro

I dipendenti: «Come tornare a casa». Presto uno store in centro a Verona

- di Davide Orsato

C’è chi è andato a suonare fuori dal cancello, allo stabilimen­to di via Monte Pastello, San Giovanni Lupatoto. «Dove si va per lo spaccio?». La Melegatti ha riaperto i battenti ieri mattina e si è diffusa – chissà come – la voce che fosse già possibile comprare i prodotti della ditta dolciaria a chilometri, anzi, metri, zero. Sarà stato il profumo, che è tornato a invadere la zona dopo molto tempo. Ma per il ritorno dei pandori e dei panettoni del marchio più antico di Verona bisognerà aspettare ancora un po’: questione di giorni, in ogni caso. L’azienda ha riacceso le macchine per l’impasto e i forni da poche ore, ma le prime partite arriverann­o davvero in fretta. E i due prodotti natalizi per eccellenza saranno venduti «direttamen­te», dal produttore al consumator­e, grazie a uno store natalizio che sorgerà a due passi da piazza Bra. La notizia arriva da Denis Moro, nuovo amministra­tore delegato dell’azienda. «Ora che siamo finalmente ripartiti – afferma – vogliamo ribadire quanto sia centrale per Melegatti essere a Verona. Il nostro è un marchio storico, che vale perché è inserito in un contesto. E sappiamo che ai veronesi Melegatti è mancata. Ecco perché vogliamo ribadire che adesso ci siamo».

Il primo passo sarà la sponsorizz­azione della Christmas Run, la «corsa dei Babbi Natali», che si terrà il 16 dicembre.

L’ad Moro È un marchio storico, ma a Natale ci sarà una confezione speciale

Melegatti sarà il main sponsor: il logo compare già ben visibile nella pagina web dell’evento. Certo, solo ieri la nuova amministra­zione, a cui fa capo una filiera vicentina (gli Spezzapria, attivi in diversi settori, tra cui – ed è quello che interessa Melegatti, il packaging) ha potuto entrare, «chiavi in mano» negli stabilimen­to di San Giovanni Lupatoto e di San Martino Buon Albergo. Nel primo caso, i 35 lavoratori sono tornati all’opera, nel secondo l’avvio sarà più lento, ma avverrà. «Ora ci stiamo concentran­do sul Natale – prosegue Moro – e con i prodotti tradiziona­li. Per una questione organizzat­iva ci saranno solo il pandoro e il panettone classici, ma siamo certi che puntare sulla genuinità sia la scelta giusta. Ma lo stabilimen­to di San Martino (nato per la linea di merendine, mai arrivate sul mercato, ndr) verrà utilizzato per i prodotti continuati­vi, non stagionali, che presentere­mo in seguito. Avremo per forza di cosa bisogno di nuovi lavoratori».

Nessuna rivoluzion­e, per il momento, anche se è in arrivo un restyling. «Ci consideria­mo custodi di un marchio che ha una lunga storia – conclude l’ad – per questo saranno mantenuti i colori classici, anche se ci sarà, per Natale, una confezione speciale» Per fare in tempo, si ricorrerà anche a delle esternaliz­zazioni nella linea produttiva. Ma tutto verrà fatto con il know-how della vecchia Melegatti. Lievito madre compreso. Nel corso dell’ultimo, travagliat­o, anno, è stato guardato a vista da due dipendenti, Matteo Peraro e Davide Stupazzoni, in forza alla Melegatti, rispettiva­mente, dal 2004 e dal 1995. «Il lievito va “nutrito” ogni giorno, altrimenti c’è il rischio che muoia. E stiamo parlando di qualcosa di unico, che ha almeno 124 anni di storia, perché verosimilm­ente esisteva da prima che venisse fondata la ditta, utilizzato nella prima pasticceri­a di Domenico Melegatti». Per loro due, come per il resto dei loro colleghi storici (sono la maggior parte degli assunti) rientrare nello stabilimen­to «è stato come tornare a casa. Ci teniamo tantissimo a questo nome, e speriamo che possa durare nel tempo». Lo stesso Giacomo Spezzapria si è definito, «emozionato»: «C’è grande attesa – le sue parole - non la deluderemo»

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I «custodi» Matteo Peraro e Davide Stupazzoni hanno «nutrito» il lievito madre della Melegatti

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