Il film veneto sulle foibe diventa un caso politico
Salvini accusa la sinistra di boicottaggio, Villanova e Donazzan: lo proiettiamo nelle scuole
«Red Land-Rosso Istria», il film del regista argentino Maximiliano Hernando Bruno dedicato alla tragedia delle foibe e al ricordo della studentessa dell’Università di Padova Norma Cossetto, diventa un caso politico. Il leader della Lega, Matteo Salvini, denuncia il boicottaggio della pellicola distribuita dalla padovana Venicefilm e pubblica sul suo profilo Facebook l’elenco delle sale che hanno acconsentito a proiettarla: «Per decenni – attacca Salvini – politici e intellettuali di sinistra hanno fatto di tutto per nascondere questa verità. Ora il regista è stato minacciato, additato come “fascista”… Andatelo a vedere e fate passaparola». E continua: «Ecco la ferocia con cui agivano: “I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi, e schierati sugli argini delle foibe. Quindi si apriva il fuoco trapassando, a raffiche di mitra, non tutto il gruppo, ma soltanto i primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nell’abisso, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sventurati, condannati così a sopravvivere per giorni sui fondali delle voragini, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze inimmaginabili». L’affondo di Salvini è stato immediatamente rilanciato dai leghisti d’ogni ordine e grado (a cominciare dal presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti). Alberto Villanova, presidente della commissione Cultura, chiede che il film sia proiettato in tutte le scuole in occasione del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio: «Ricordare quanto accaduto nelle foibe potrà rendere, seppur in minima parte, giustizia a tutti gli italiani che furono vittime innocenti della violenza delle truppe titine».
D’accordo l’assessore all’Istruzione Elena Donazzan, che sin dalla Mostra del Cinema di Venezia si sta spendendo per la diffusione del film: «L’impegno della Regione e del mio assessorato è di far conoscere la storia di questa giovane donna, medaglia d’oro, uccisa dall’odio comunista di Tito durante la pulizia etnica dell’Istria e della Dalmazia. La Regione ha molte ragioni per sostenere questo film, a partire dal forte legame di quelle terre con la storia della Serenissima, ma soprattutto per amore della verità e senso di giustizia».