Corriere di Verona

Un mese all’inferno con Di Carlo: sette incroci per salvarsi

- Matteo Sorio

Un mese all’inferno. Una «matrioska» di sette incroci dentro cui trovi tre big (Napoli, Lazio, Inter), quattro trasferte (Napoli, Parma, Spal, Sampdoria) e giusto uno scontro diretto (Frosinone). Qui Chievo: da qui al 29 dicembre — un mese e poco più, poi la lunga sosta — sarà un’apnea. È come se a Mimmo Di Carlo avessero consegnato la bici all’inizio dello Stelvio. Con la parte pianeggian­te ormai alle spalle, parliamo delle quattro partite «perse» con Gian Piero Ventura, cioè Atalanta, Cagliari, Sassuolo e Bologna (coi rossoblù, l’unico punto), fazzoletto di terra che sarebbe stato utile assai per raccoglier­e qualcosa. Quel qualcosa, cioè gettoni con cui far tintinnare una classifica poverissim­a (-9 dalla quartultim­a) e orfana di vittorie, il Chievo deve raccoglier­lo dunque in questo tourbillon che lo porterà nel 2019. Si parte domenica, dal San Paolo, in casa di un Napoli che Ancelotti ha reso suo in tutto e per tutto, prima forza dietro l’ultraterre­na Juventus (28 punti, a 34 Madama) e ancora imbattuto fra le mura amiche. Poi verrà la quarta potenza di A, al Bentegodi, ossia la Lazio, talmente solida da non pagare dazio al pessimo avvio dei suoi due guru, Luis Alberto e Milinkovic-Savic. Grattare punti fra azzurri e biancocele­sti? Il Chievo non ha niente da perdere, ci proverà, il pronostico suona comunque scontato. Suona poi come una chiamata all’elmetto la successiva doppia trasferta. Prima, a Parma, dove regnano l’ex Inglese e Gervinho, che scrivono 17 punti. Poi, a Ferrara, tana di una Spal (quota 13) che oggi sorride perché ritrova la benzina di Kurtic, ago della bilancia. Lì, Di Carlo dovrà tentare di tirar fuori lo spirito corsaro del suo vecchio Chievo, quel Chievo che con lui, fra 2008 e 2012, fu spesso gagliardo lontano da Verona. Non basta. Perché poi qui, a Verona, busserà l’Inter di Spalletti, terza a 25 punti. Quindi il Chievo se ne andrà a Genova, sponda Sampdoria. Per poi, il 29 dicembre, chiudere l’andata ospitando il Frosinone, penultimo a 7 punti, unica squadra insieme al Bologna che abbia mostrato sin qui lo stesso genere di debolezze di Sorrentino e soci. Un mese all’inferno, dunque. Un mese in cui il Chievo deve osare ciò che sulla carta pare impossibil­e: rianimarsi, tornare a correre, evitare che il gruppo salvezza si stacchi ancor di più. Ed entrare nel 2019 con qualche speranza.

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Chievo Mimmo Di Carlo e un’impresa da compiere

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