Corriere di Verona

La sfida degli eredi di Melegatti «Volevamo ricomprarc­i l’azienda Ora facciamo il nostro pandoro»

Nasce il marchio Turco: «Prodotto artigianal­e, non industrial­e»

- di Davide Orsato

Mentre la nuova proprietà della Melegatti iniziava a produrre pandori nello stabilimen­to di San Giovanni Lupatoto, la famiglia Turco - ex proprietar­ia dell’azienda è tornata a sfornare i dolci natalizi e ne dà notizia dal proprio quartier generale, l’edificio di corso Porta Borsari in cui campeggia ancora la scritta blu della vecchia pasticceri­a fondata da Domenico Melegatti.

Nelle stesse ore in cui la nuova dirigenza targata Spezzapria prendeva possesso dello stabilimen­to di San Giovanni Lupatoto, simbolo della Melegatti «moderna», una ventina di chilometri più a nord, a Illasi venivano inscatolat­i i primi pandori e panettone a marchio Michele Turco – 1909. Sì, Turco, lo stesso cognome di Giuseppe, padre del Michele «eponimo» della nuova confezione, che a San Giovanni, negli anni ’70, spostò l’azienda, dopo aver cercato, per oltre dieci anni il sito ideale, rigorosame­nte fronte autostrada.

È la bizzarra vita parallela di due nuove realtà dolciarie, una antica e industrial­e, di cui le cronache sono tornate a parlare negli ultimi giorni, con il tentativo di rilancio a un anno dallo stop della produzione, e di un marchio nuovo (ma che richiama al passato fin dal packaging) degli ex proprietar­i della Melegatti, i Turco, che con l’altro ramo degli eredi dello storico pasticcere che inventò il pandoro, i Ronca, hanno contraddis­tinto la tumultuosa gestione dell’azienda, poi fallita lo scorso giugno.

Proprio così, i Turco tornano a fare i dolci natalizi. Un avvio che per ora è in sordina: c’è un sito internet (www.mt1909.com), c’è una pagina su Facebook. Del resto non si intende sfidare i colossi come Bauli e Paluani e men che meno l’ex azienda, dove Michele Turco è stato a lungo responsabi­le della produzione. Dal loro quartier generale, l’edificio di corso Porta Borsari in cui campeggia ancora la scritta blu della vecchia pasticceri­a fondata da Domenico Melegatti, fanno sapere che puntano a tutt’altro segmento di mercato. E, del resto, sarà ben diverso il prodotto, così come il costo, 15 euro a pezzo.

Il pandoro e il panettone Turco arriverà in una serie di punti vendita sia specialist­ici (la bottiglier­ia Corsini, per dirne uno), sia in alcune catene della grande distribuzi­one (tra cui Famila e Rossetto), limitatame­nte alla provincia di Verona.«Sappiamo come fare buoni prodotti di pasticceri­a e vogliamo sempliceme­nte continuare a farlo – spiega Michele Turco assieme ai figli Giulio e Melania – siamo convinti che ci sia spazio per questo tipo di proposta». Proposta che, sottolinea­no, avrà una dimensione quasi artigianal­e. «Di industrial­e ci sono solo i forni - precisa Turco senior – tutto il resto consentirà prevederà l’intervento della mano dei pasticcier­i in ogni singolo passaggio».

Gli ingredient­i sono scelti con cura, e sono prodotti tutti in Val d’Illasi, dal burro, che proviene da uno stabilimen­to locale, fino ai canditi. «Non saranno – notano i Turco – quella sorta di globuli zuccherati­ssimi che si trovano nei panettoni “degli altri”».

Le simmetrie non finiscono qua: se Melegatti riprenderà la produzione «continuati­va» ossia di prodotti non stagionali, la stessa dove l’azienda si era arenata giungendo alla bancarotta, ecco che la Michele Turco – 1909 ha la stessa intenzione. «Lavoreremo anche su qualcosa valido per tutto l’anno», dicono. E spunta anche il Nadalin: l’antenato del pandoro ancora richiestis- simo nelle pasticceri­e cittadine. «Lo vogliamo fare bene, secondo l’antica ricetta, con una pasta compatta e la glassa. Da molte parti lo preparano come fosse una brioche». Parole da «custodi della tradizione», insomma, che arrivano da chi sa di avere alle spalle una tradizione centenaria. Il 1909 che campeggia sulla scatola, elegante e quadrata, arriva da una vecchia fotografia: quella in cui Virgilio Turco, il primo ad entrare nella famiglia Melegatti al seguito del matrimonio con la nipote di Domenico posa davanti alla pasticceri­a che, in via Mazzini, portava il suo cognome. Nostalgia? Un po’ sì, è inevitabil­e: «La Melegatti era la nostra azienda – chiosa Michele – quelli che ci lavoravano e lavorano tuttora erano la nostra famiglia. Abbiamo fatto il possibile per ricomprarl­a. Ma è andata diversamen­te».

Il futuro Lavoreremo anche su qualcosa valido tutto l’anno e vogliamo rifare anche il Nadalin

 ?? (foto Sartori) ?? La famiglia Michele Turco (a destra) con i figli Giulio e Melania nella storica sede della pasticceri­a Melegatti in corso Portoni Borsari da cui si vede il pandoro in granito
(foto Sartori) La famiglia Michele Turco (a destra) con i figli Giulio e Melania nella storica sede della pasticceri­a Melegatti in corso Portoni Borsari da cui si vede il pandoro in granito
 ?? (foto Sartori) ?? La famiglia Michele Turco (al centro) e i figli Giulio e Melania , con i nuovi pandori e la foto della pasticceri­a di famiglia
(foto Sartori) La famiglia Michele Turco (al centro) e i figli Giulio e Melania , con i nuovi pandori e la foto della pasticceri­a di famiglia

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