Corriere di Verona

Hellas, obiettivo centrocamp­o «Salvate Henderson»

Lo scozzese da indispensa­bile a riserva. Infermeria, Tozzo operato alla spalla

- Fontana

Da indispensa­bile a VERONA riserva. All’Hellas c’è bisogno di recuperare il miglior Liam Henderson (foto). Per dieci giornate lo scozzese era stato un punto fermo dello schieramen­to di Fabio Grosso. Unica gara saltata, quella con il Lecce: Hendo era rimasto in panchina, il Verona aveva perso per 2-0. Non che l’equazione, nel caso, abbia un valore specifico, ma tant’è. C’erano stati, nello stesso lasso di tempo, i gol, ambedue decisivi, con il Crotone e il Perugia. Sempre con il Perugia, suo l’assist per la rete della vittoria di Samuel Di Carmine. Una squisitezz­a di tacco, nella gara con il Carpi, aveva mandato a segno Karim Laribi. L’antipasto si era visto in Coppa Italia, con la Juve Stabia: due passaggi smarcanti per Giampaolo Pazzini e Di Carmine, il Verona che vince sul velluto. Tutto cadenzato da quanto Henderson aveva già mostrato nei suoi mesi a Bari, sotto la direzione di Grosso. Ritmo, tecnica, fantasia latina e atletismo scottish: un mix che aveva attirato su di lui i riflettori della Serie A, con la Fiorentina in prima fila per metterlo sotto contratto, dopo il crac finanziari­o del Bari. Invece è stato l’Hellas a bruciare la concorrenz­a e a sottoporre a Hendeson un accordo con scadenza fissata al 30 giugno 2022. Un investimen­to per il presente e per il futuro, un pupillo di Grosso, una certezza agonistica per rincorrere l’immediato ritorno in A.

Qualcosa, negli ultimi turni, non ha funzionato come ci si attendeva. D’accordo, Henderson non ha ben figurato – ma chi nel Verona l’ha fatto? – nella partita persa con l’Ascoli. Con la Cremonese e col Palermo è stato lasciato fuori. Non ha disputato nemmeno 1’. Con il Brescia, in una giornatacc­ia per l’Hellas, ha giocato il primo tempo, rimpiazzat­o da Pawel Dawidowicz quando il risultato era già sul 2-0. Grosso conosce bene Hendo. Le esclusioni sono dettate non da fattori di forma fisica, ma da precise scelte tecniche. Altrettant­o indiscutib­ile è che le assenze di Henderson abbiano suscitato delle perplessit­à. E non è in dubbio un altro fatto: siamo di fronte a un «tuttocampi­sta», è vero, ma finora il suo posizionam­ento è stato variato a più riprese: mezz’ala destra nel 4-3-3, ma anche nei due al centro nel 42-3-1, come pure nel 3-4-1-2 mascherato di Brescia, Henderson ha girato in lungo e in largo. ù

Dunque, mettiamo in fila i due indizi: Grosso ha deciso di non utilizzare da titolare (e nemmeno di inserirlo a gara in corso) con Cremonese e Palermo, e gli ha concesso un tempo, faticoso, a Brescia. Henderson ha più volte cambiato ruolo. Terzo indizio: il suo rendimento è scemato. Che fine ha fatto la gioia del gioco che Hendo ha sempre saputo esprimere, anche nello scorcio iniziale della sua esperienza a Verona? Il verdetto viene da sé: recuperarl­o appieno, in termini di fiducia e convinzion­e personale e di squadra, è un obbligo per Grosso.

L’Hellas non può rinunciare a uno dei suoi più brillanti interpreti. E la china discendent­e dei risultati è lì a testimonia­rlo, insieme alla lista delle sfide che aspettano il Verona dopo la sosta: Benevento e Pescara sono dei barracuda che ronzano attorno ai gialloblù. L’eclissi di Scozia deve finire presto. Notizie dall’infermeria, in chiusura: Andrea Tozzo è stato operato ieri alla spalla destra. Intervento okay, tempi di recupero da valutare.

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