Corriere di Verona

Nuovo impianto Serit Attesa per il verdetto sul sequestro dell’area

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In primavera la Cassazione aveva ordinato la «trasmissio­ne degli atti a Verona per una nuova deliberazi­one» e ieri, alla ex Mastino, il caso Serit è tornato di stretta attualità. È stato il collegio ad affrontare la nuova discussion­e sulla vicenda del sequestro preventivo dell’area in località Testamatta di Rivoli dove l’azienda (di cui è proprietar­ia per il 99,74% Amia, a sua volta di proprietà di Agsm) ha intenzione di realizzare un nuovo e contestato impianto di smaltiment­o dei rifiuti. E per conoscere il verdetto, si dovrà attendere che i giudici sciolgano la riserva. Il pm Maria Beatrice Zanotti, che nel corso degli accertamen­ti sulla compravend­ita dell’area ha iscritto nel registro degli indagati sei persone con l’ipotesi di abuso d’ufficio (si tratta dell’ex presidente Roberto «Rambo» Bissoli, Giannanton­io Parolini, Maurizio Alfeo, Carlo Poli, Andrea Miglioranz­i e Gregorio Giovane), aveva chiesto il sequestro del lotto. Ma il gip aveva bloccato i sigilli e il Riesame aveva confermato lo stop. A quel punto il pm era ricorso alla Suprema Corte e, ad aprile, gli Ermellini hanno ribaltato tutto, ordinando un nuovo Riesame, discusso proprio ieri in tribunale. In particolar­e, i giudici capitolini avevano ordinato di puntare i fari sulla natura giuridica di Serit dopo che, da Verona, si era optato per la tesi secondo la quale la società non avrebbe potuto essere considerat­a «organismo di diritto pubblico». La Cassazione, invece, ha ordinato al Riesame di «qualificar­e la natura dell’attività esercitata (da Serit, ndr), ove diretta al soddisfaci­mento di un “interesse generale”». Per la procura e per il Comune di Rivoli (assistito dall’avvocato Tirapelle), si tratterebb­e di un soggetto di diritto pubblico.

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