L’architetto contro l’ingegnere, battaglia sulle torri al Chievo
Architetto contro ingegnere, l’assessore di ieri contro quello di oggi. La battaglia sull’urbanistica vede uno scontro frontale tra Gian Arnaldo Caleffi (già presidente dell’Ordine degli Architetti e assessore nella seconda giunta Tosi) e Ilaria Segala (già presidente dell’Ordine degli Ingegneri e assessore nella giunta Sboarina).
Caleffi afferma che «fino ad ora si è vista solo un’azione di de-tosizzazione, e non ho capito iniziative come quella di riadottare la Variante 23: o la approvavate rapidamente emendando ciò che non vi convinceva o avreste potuto mettere in campo una vostra Variante». Ma il vero nodo è quello dei tre palazzi da 18 piani previsti all’ex Cardi, al Chievo, che Segala ha definito un regalo sgradito dei suoi predecessori che non si può più bloccare. «Che la “gente comune” abbia un’avversione contro le case alte (degli altri) lo comprendo, ma che un ingegnere non trovi la conciliazione tra l’esigenza di non espandere più la città orizzontalmente e la necessità, conseguente, di espanderla in altezza, non lo capisco. Ti vanti – prosegue Caleffi - di avere imposto al privato opere compensative pari al triplo del dovuto? Imposto? Al triplo del dovuto? Mah, secondo me ti sei espressa male, detta così suona come un’estorsione».
Replica Segala: «La questione dell’ex Cardi a Chievo – afferma - è tutt’altro che una operazione di rigenerazione urbana, è un gioco a nascondino. Le altezze state tenute nascoste; il quartiere del Saval ha edifici a torre comunque molto più basse di 18 piani, mentre queste saranno in riva all’Adige, e le vedremo da tutta Verona. Per il resto sì, - conclude polemicamente Segala - abbiamo cambiato metodo all’urbanistica, e l’accusa di chiedere più opere di compensazione, paragonandola quasi a un’estorsione, è assurda perché la sottoscritta, a differenza di altri, non chiede per sé ma solo opere per la nostra città».
Sul tema da registrare anche gli interventi di Michele Bertucco di Sinistra in Comune, di Federico Benini del Pd e dell’ex sindaco Flavio Tosi: tutti a sottolineare, ovviamente con differenti sfumature polemiche, che l’approvazione del progetto all’ex Cardi risale al 2011, quando in giunta proprio con Tosi c’erano anche l’attuale sindaco Sboarina e gli assessori Bertacco, Polato e Padovani.