Vendemmia 2018 oltre ogni record «Rischio bolla»
In vigneto il 50% in più d’uva: «Così il Prosecco rischia». Ma produttori tranquilli
Che fosse una vendemmia record lo si sapeva. Ma che la crescita fosse di quasi il 50% rispetto all’anno orribile del 2017 in pochi ci avrebbero scommesso. Eppure il vigneto veneto ha prodotto nel 2018 ben 16,4 milioni di quintali d’uva (+48,8%) anche grazie ai nuovi impianti, che pesano per l’8,45% sul totale. I dati sono stati presentati ieri mattina a Lonigo, nel Vicentino, nel focus organizzato da Regione e Veneto Agricoltura con Avepa.Un trionfo tra i vigneti che però non fa sorridere immediatamente. Perché adesso si tratta di venderlo, questo vino: 13,4 milioni di ettolitri, contro i 9,5 del 2017, gli oltre 10 del 2016 e i 9,8 del 2015. «Il vitivinicolo – ha sottolineato l’assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Pan – per far fronte ad annate così abbondanti dovrà rivedere la propria programmazione, a partire dall’ individuazione di nuovi mercati di sbocco».
Da anni c’è chi grida alla «bolla» del Prosecco, che però finora non ha registrato flessioni, anzi: la domanda di spumanti a livello globale aumenta in media del 5-7% annui e le bollicine trevigiane se ne avvantaggiano. Anche per questo, per Pan la sostenibilità è una priorità: «La superficie vitata investita a biologico rappresenta il 5% del totale regionale (circa 4.500 ettari). Il valore è in continua crescita, ma è tuttavia inferiore alla media nazionale (16%)». Scenario più fosco quello dipinto da Graziano Azzalin (Pd), vicepresidente della commissione Agricoltura del consiglio regionale: «Il boom della produzione rischia di trasformarsi in boomerang per i viticoltori. Con il prossimo Piano di sviluppo regionale si stoppino i finanziamenti ai vigneti, incentivi finora generosi che hanno provocato un’espansione sconsiderata. Così la bolla del Prosecco rischia di scoppiare e il botto non sarà indolore».
I produttori invece non sembrano preoccupati. Stefano Zanette è il presidente del consorzio della Doc di pianura del Prosecco: «Nessuna bolla, la produzione sarà assorbita dal mercato: lo scorso anno abbiamo registrato un +10% a valore, ci attendiamo un riposizionamento del prezzo della materia prima ma tutto secondo previsioni». Accanto a lui il direttore, Luca Giavi: «Abbiamo ancora la riserva vendemmiale, dobbiamo ancora decidere se usarla. Ma è troppo presto fare previsioni sui mercati globali».
Nell’attesa, non resta che ridisegnare la mappa della produzione veneta dove oggi la superficie vitata è di 94.414 ettari, cresciuta di un +8,27% rispetto al 2017 (+4,78% sul 2016 e +8,27% sul 2015). Il Prosecco (Glera) fa la parte del leone con 4,7 milioni di quintali (+37,4% sul 2017), seguito dal Pinot Grigio «Delle Venezie» (oltre 1,7 milioni; +29%), dal Conegliano-Valdobbiadene (1,2, +31%), quarto il Valpolicella (0,9; +5%), poi Soave (0,6; -13%), Bardolino (0,3; +32%), Garda (297; +22,2%). Il ragionamento cambia poco se ci si riferisce ai volumi imbottigliati. Relativamente ai vini Docg, ai primi tre posti troviamo il Conegliamo-Valdobbiadene (680 mila ettolitri, - 0,8%), l’Amarone (103 mila, -7%) e l’Asolo (92 mila, +15%). Per quanto riguarda invece le Doc ai primi tre posti troviamo il Prosecco (3,48 milioni di hl, +5,58%), il Soave (0,3, -12%) e il Valpolicella Ripasso (0,2, -1%).
L’aumento della superficie a vite e la conseguente impennata della produzione è peraltro anche al centro delle riflessioni di Sandro Bottega, presidente dell’omonima azienda vinicola trevigiana da 3,6 milioni di bottiglie annue. «Bisogna cambiare passo o rischiamo fallimenti nel settore», ha detto l’uomo capace di mettere le sue bottiglie dorate in quasi tutti gli aeroporti del mondo. «Serve ridurre la quantità e far salire qualità e prezzo». E in effetti un caso c’è, ed è quello della Zardetto Spumanti, la società di Conegliano costretta a chiedere il concordato preventivo per un buco milionario causato da una gestione aziendale a volte zoppicante, ancora più complicata dalla tensione sui prezzi dell’uva dello scorso anno. Pare un’eccezione in un panorama positivo per le aziende. Ieri è stato presentato il bilancio positivo della cantina Bortolomiol che chiude il 2018 superando i 15 milioni di euro di fatturato, +7%.
Bottega Prezzi su o pericolo di fallimenti nel settore