Piazze piene, Tav ferma
Nonostante le mobilitazioni, i cantieri veneti non partono: sindaci in pressing Le autorizzazioni ci sono ma i privati tentennano. La Lega spinge, M5S frena
Se anche la situazione si sbloccasse domattina, per completare la Tav fra Verona e Vicenza ci vorrebbero dai sette agli otto anni. Peccato, però, che non siano ancora partiti neppure i lavori del primo dei tre lotti della Brescia-Verona. L’attesa di concentra a Lonato del Garda, il comune ai confini con il Veronese in cui le due aree di cantiere sono state concesse da mesi al consorzio Cepav 2 che dovrebbe realizzare l’opera ma i cantieri non sono ancora allestiti.
Intanto Rucco, sindaco di Vicenza, lavora coi sindaci della provincia sulla Vicenza-Padova che è ancora allo studio di fattibilità.
Marangoni Se si partisse domani la Tav a Vicenza arriverebbe fra 8 anni Giordani Voglio sentire i tecnici di Rfi già nelle prossime settimane
I giri del motore al minimo. Ruspe e «talpe» in attesa. Le «carte», del resto, sono già tutte in ordine, almeno per il tratto fino a Verona. Aspettando uno start che si allontana ogni giorno di più. Nonostante le piazze piene dei pro Tav. Nonostante la voce grossa della Lega e la flebile speranza di un referendum risolutivo.
Se i riflettori sono tutti rivolti alla Torino-Lione, la Brescia-Padova, nel frattempo, muore d’inedia. La situazione è kafkiana. Il dossier di candidatura per i Giochi olimpici invernali 2026, per dire, prevede, nero su bianco che la «high speed railway line Brescia - Verona - Padova», la Tav veneta, sia pronta «entro il 2025».
Ma com’è lo stato dell’arte della linea ad alta velocità e alta capacità in regione? In una parola è «cristallizzato» da giugno scorso, dal giorno in cui il neo ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli faceva calare su ogni potenziale cantiere la formula «analisi costi-benefici».
«E pensi che proprio quel giorno avevamo in visita i componenti del Cipe per finalizzare l’iter del lotto fra Brescia e Verona - ricorda Roberto Tardari il sindaco di Lonato del Garda, provincia di Brescia - era finalmente tutto pronto. Avevamo individuato due aree di cantiere nel nostro Comune, evitato l’impatto dei camion per il trasporto dei materiali scavati in galleria attraverso un sistema di tapis roulant per trasportarli in un’ex cava che ospiterà una delle due aree di cantiere...e invece niente. Il consorzio Cepav 2 poi si è fermato in attesa di conferme». Il consorzio che sta costruendo la Tav (o dovrebbe farlo) fra Brescia e Padova, del resto, ha per socio di maggioranza Saipem (59%) controllata da Cassa Depositi e Prestiti, insomma, un pezzo di Stato, più Pizzarotti e Maltauro entrambi al 20,5%.
Il secondo contratto integrativo firmato da Rfi e Cepav 2, proprio nei giorni in cui nasceva il nuovo governo, prevede pure penali salate in caso di ritardo da parte dell’esecutore, quindi Cepav 2. «L’impressione - spiega Gaetano Marangoni, delegato alle Infrastrutture di Confindustria Vicenza - è che si stia procedendo con tutte le azioni preliminari per poi partire di corsa appena il nodo verrà sciolto». E, in effetti, spiega l’avvocato Fausto Scappini che segue il gruppo no Tav nel Veronese e nel Bresciano «il contratto sul lotto Brescia-Padova non è stato sospeso, credo Cepav ritenga di essere ancora entro tempi ragionevoli per non incorrere in ritardi.
Nel frattempo Cepav non è propriamente immobile, penso all’acquisito di aree agricole a Sommacampagna, Lonato, Calcinato. Poi in questi mesi ha depositato al Mit il progetto esecutivo e iniziato a spedire la determinazione dell’indennità provvisoria di esproprio. E poi, ancora, procedono il piano di monitoraggio e l’osservatorio previsto dal ministero. Insomma, procedono le attività preparatorie ma i cantieri non sono ancora attivi».
I no Tav e i pentastellati puntano con decisione al raddoppio e alla riqualificazione della linea esistente come alternativa al quadruplicamento su nuovo tracciato che al momento è oggetto del contratto. Cepav 2 che, per politica interna, non dialoga con la stampa, sembra pensare, insomma, che sia meglio aspettare prima di spendere soldi che verranno sì indennizzati ma chissà quando. Il costo del primo lotto della Brescia-Verona, val la pena ricordarlo, è di 1,6 miliardi. Nel frattempo, cresce il «pressing territoriale».
A parlare di «Tav BresciaPadova» e a rilanciare sulla Padova-Bologna a Roma è anche il Partito Democratico con il senatore veneziano Andrea Ferrazzi che tuona: «Si realizzi anche la Brescia-Padova, che è già finanziata, e si inserisca nella progettazione la PadovaBologna, che manca del tutto».
Una delle roccaforti a favore, poi, è il Vicentino che ha trovato un nuovo alfiere pro Tav: Francesco Rucco nella doppia veste di sindaco del capoluogo e presidente della Provincia. E che pone l’accento sul «buco nero» del tratto fra Vicenza e Padova che non è finanziato affatto: «Posto che fino a Vicenza si dovrà arrivare alla realizzazione, preoccupa il silenzio assordante sulla Vicenza-Padova che al momento non ha neppure un progetto preliminare. Così stiamo già lavorando con i sindaci coinvolti per portarci avanti, per ragionare su demolizioni e sovrappassi. Il 28 ci incontreremo tutti anche con i parla-
mentari vicentini di ogni schieramento per parlarne». Perché, va sottolineato, la Vicenza-Padova al momento, è giusto una suggestione.
«Peggio - si inalbera Marangoni - a oggi è solo un tratto di penna su una cartina. E ricordiamo che per quella tratta non c’è un solo euro di risorse allocate a differenza dei tratti precedenti. Da Verona al bivio di Altavilla siamo alla progettazione definitiva, per il nodo di Vicenza, da Altavilla a Borgo Berga, invece, a quella preliminare: si potrebbe pensare a un riaccorpamento dei progetti, sentiti i tecnici di Rfi. Se domani si sbloccasse la situazione ci vorrebbero comunque dai 7 agli 8 anni per realizzare la Tav fra Verona e Vicenza. Continuiamo a perdere tempo prezioso». E da Padova, il sindaco Sergio Giordani, annuncia che si muoverà già nelle prossime settimane per chiedere un confronto con Rfi. Pressing territoriale, si diceva.