Corriere di Verona

Nereo, il cognato scrive agli amici «Tornate a casa»

Clochard veronese investito a Roma, il cognato scrive agli amici: «I vostri cari vi aspettano»

- di Angiola Petronio

Ieri la salma di Nereo, il clochard veronese ucciso da un’auto pirata a Roma, ha lasciato la capitale per tornare a San Bonifacio. Suo cognato Renzo ha voluto scrivere una lettera ai suoi amici senza tetto.

Il foglio a quadretti di un quaderno ad anelli. La scrittura in stampatell­o. Sedici righe vergate fitte, per quello che è un addio, un grazie e una preghiera. Le ha scritte Renzo, suo cognato. E sono dedicate ai suoi amici. A tutti coloro - e sono centinaia - che negli ultimi anni sono stati la famiglia di Nereo Gino Murari, il clochard originario di 73 anni con la passione di leggere che come casa aveva scelto il cielo di Roma. È morto all’alba del 7 gennaio Nereo. Investito e ucciso da un’auto che la polizia locale della capitale ha individuat­o, ma che non si riesce a rintraccia­re.

Ieri mattina Nereo è partito per quel viaggio che aveva sempre promesso, ma che non aveva mai fatto. È tornato a San Bonifacio. In un carro funebre partito dall’obitorio di Roma dove alcuni amici sono andati a salutarlo e dove hanno trovato la lettera di Renzo.

L’ha intitolata «Il saluto a Nereo». «Cari amici tutti scrive - scusatemi se mi permetto di chiamarvi tutti così, sono Renzo il cognato di Nereo. Noi della famiglia vorremmo essere venuti tutti lì. Purtroppo, chi per l’età chi per gli acciacchi, non ce la siamo sentita di venire. Siamo rimasti ad aspettarlo, a organizzar­e il giusto collocamen­to che riusciremo a dargli. Si faceva sentire una/due volte alla settimana e sue sorelle gli dicevano “quando torni?”. Lui rispondeva “presto, presto, presto...”. A qualcuno di voi, vero amico di Nereo, dico: fate uno sforzo se ci riuscite. I vostri famigliari vi aspettano. Ritornate nelle vostre famiglie, nel nome dell’amicizia che avevate con Nereo. Sono sicuro che lui vi aiuterà, un caro saluto a tutti voi da parte di Nereo». E sotto: «San Bonifacio - Verona». È lì che il feretro di Nereo è arrivato ieri. È lì che quel carpentier­e che aveva girato mezzo mondo per lavoro e poi aveva deciso di fare delle strade della capitale la sua casa, verrà sepolto.

A Roma Nereo non lo dimentican­o. Il luogo dove ogni giorno si sedeva a leggere libri gialli e a incontrare passanti è diventato un altare di foto, messaggi, candele. E di fiori, quelli che sono stati portati la settimana scorsa anche dopo la veglia di preghiera nella chiesa del quartiere dove viveva. Giovedì, per ricordare Nereo, ci sarà una fiaccolata. E la speranza è che per quel giorno chi lo ha ucciso abbia un nome e un cognome.

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Il saluto La bara di Nereo all’obitorio capitolino (foto Romah24)

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