Gelicidio, maxi incidente con 50 veicoli e 40 feriti Tendopoli e inchiesta Anas
La strada è un canalone di ghiaccio. E le ruote di auto e camion scivolano come pattini sul fondo gelato: dieci, venti, alla fine circa cinquanta mezzi piroettano impazziti, vanno fuori strada, si accartocciano gli uni contro gli altri. Il disastro si è chiuso con un bilancio di 38 feriti ed è avvenuto ieri mattina poco dopo le 7 sulla strada statale Valsugana a Primolano (frazione di Cismon del Grappa), nella corsia che da Trento porta a Bassano. Una ventina di metri all’interno del territorio veneto, un piccolo tratto in curva in cui è accaduto di tutto: fra gli incidenti – molteplici – pure un’ambulanza che è finita addosso a un fuoristrada dei carabinieri.
Il principale «colpevole» sembra essere un fenomeno imprevedibile quanto raro, perlomeno in Italia. Il nome tecnico è gelicidio («icy glaze» in inglese, in Canada dove è ben più frequente) e si riscontra quando la pioggia che cade ghiaccia istantaneamente a contatto col suolo. «Ieri mattina intorno alle sei qui ha piovuto. Una pioggerellina “stupida” – allargano le braccia al Kiss Bar a Tezze di Grigno – ma in mezz’ora è diventata una lastra di ghiaccio. Una sorta di vetrata sopra tutta la strada». E dalle sette, nel breve tratto in curva in discesa verso il Veneto, gli automobilisti hanno improvvisamente scoperto che il volante e il pedale del freno non rispondevano più. Accessori inutili: in un primo, maxi tamponamento sono finite venti auto e camion. Altri urti e uscite di strada, voli di 5 metri in un canalone, si sono verificati dietro. Immediati gli allarmi: sono arrivate ambulanze da Crespano (Treviso), Vicenza, Bassano, Trento, Primiero, Borgo Valsugana, oltre a vigili del fuoco, polizia dell’Unione Valbrenta, polstrada di Bassano, Vicenza e Schio, carabinieri. Una mobilitazione massiccia. Sull’asfalto mutato in ghiaccio «si riusciva a muoversi solo appoggiandosi a qualcosa» racconta un operatore del 118: un mezzo di soccorso in arrivo ha colpito l’auto dei militari della stazione di Castello Tesino mandandola a schiantarsi contro un camion. Fortunatamente in quel momento erano scesi a dare aiuto. «Il carro attrezzi mi ha “pattinato”, letteralmente, per un centinaio di metri senza che potessi far nulla. Poi per fortuna si è fermato» descrive Valentino Bassani, del soccorso stradale Fratelli Bassani di Arsiè (Belluno).
I soccorritori hanno chiuso entrambi i sensi di marcia, pure quello da Bassano a Trento nei tre chilometri dal bivio per Feltre fino a Tezze di Grigno. Il blocco è stato tolto soltanto alle 13.30. Trentanove in tutto hanno riportato fratture o contusioni, fra cui una giornalista andata sul posto per documentare l’accaduto. Sulle corsie libere la Croce Rossa Italiana ha allestito delle tende dove sono stati medicati 24 feriti meno gravi mentre l’elisoccorso, da Trento, ha fatto la spola per portar via cinque persone ferite in modo piuttosto serio, con fratture al bacino: sono andati all’ospedale trentino Santa Chiara e nessuno risulta in pericolo di vita. «Davanti avevo una Opel Mokka, l’ho vista fare due o tre giravolte su sé stessa e poi schiantarsi. In qualche modo sono riuscito a frenare, ma una Mercedes che mi seguiva mi ha centra-
I testimoni Sembrava un’apocalisse, non si riusciva a stare in piedi per il ghiaccio E come al solito non c’è stata manutenzione, non c’erano spargisale
to sfondandomi la ruota. E dietro avevamo tre camion: è solo grazie all’Altissimo se siamo ancora qui» racconta un operaio musulmano 50enne residente a Grigno. L’amico Mauro Voltolin l’ha raggiunto dal paese poco dopo lo scontro: «Sembrava un’apocalisse – osserva -. Sul ghiaccio non si camminava. Allo stesso tempo, però, mi chiedo se nel tratto veneto fosse stato sparso o no il sale». È un dubbio avanzato da molti ieri, anche se alle forze dell’ordine risulta che alle sei di mattina uno spargisale era passato. L’Anas comunque ieri ha annunciato verifiche interne per accertare «se sono state svolte le attività antigelo, attraverso mezzi spargisale, previste».
Nella Valsugana - da decenni oggetto di dibattito fra Veneto e Trentino per una nuova progettazione – nell’inevitabile coda che si è formata dietro agli incidenti c’era anche il sindaco di Cismon, Luca Ferrazzoli. «Sono sceso a dare una mano. Polemiche sulla manutenzione? Nutro dei dubbi, non si rimaneva in piedi né di qua né di là del confine».
Le polemiche però sono destinate a montare. «Il ghiaccio sull’asfalto non è certo una causa difficile da prevedere – accusa il consigliere regionale della Lega Nicola Finco, pure lui ieri rimasto imbottigliato in coda - significa che, come al solito, dallo Stato non c’è stata nessuna manutenzione né intervento preventivo. Basta: chiediamo al ministro Danilo Toninelli di sbloccare la situazione o di concedere ampia autonomia alla Regione». E il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Stefano Fracasso, aggiunge: «Questa arteria deve avere la priorità negli investimenti anche rispetto alla Valdastico Nord. Qui abbiamo centri urbani, traffico pesante, pendolari: una mobilità mista più vulnerabile di altre».