Corriere di Verona

Tav, no delle imprese al referendum

Confindust­ria e Confartigi­anato chiedono di aprire i cantieri subito. Berti (M5S): costa troppo

- Zambon

La misura è colma da un po’ sulla Tav cristalliz­zata nel limbo pentastell­ato. A dar fuoco, per l’ennesima volta, alle polveri, è Massimo Finco, presidente di Assindustr­ia VenetoCent­ro che boccia senza appello l’ipotesi referendum per la Tav. Sulla stessa linea, anche un arrabbiato Agostino Bonomo, alla guida di Confartigi­anato. «Rimettere in discussion­e Tav e grandi opere è un colpo mortale alle possibilit­à di sviluppo del Nord e di tutto il Paese. - dice Finco - la politica faccia il suo lavoro, senza l’alibi di un inutile referendum».

Fracasso La Tav aiuterebbe anche i pendolari dei treni regionali

Bonomo

Altro che referendum , serve la Tav anche sulla Padova Bologna

La misura è colma. E lo è da un po’. Sulla Tav imprigiona­ta nel limbo pentastell­ato, sui cantieri cristalliz­zati a una frazione di secondo dallo start e soprattutt­o sulla prospettiv­a di un referendum che sperperere­bbe altri mesi preziosi, Confindust­ria fa la voce grossa. Il timbro è quello, inconfondi­bile, di Massimo Finco, a capo di Assindustr­ia VenetoCent­ro. «Rimettere in discussion­e Tav e grandi opere è un colpo mortale alle possibilit­à di sviluppo del Nord e di tutto il Paese. - dice Finco in una nota al vetriolo - Farlo per veti ideologici è incoscienz­a. Bisogna aprire i cantieri, non chiuderli, per far crescere l’Italia, collegarla all’Europa e al mondo, creare posti di lavoro, ma anche rendere più connessi e vivibili i nostri territori. È l’unica strada per fronteggia­re il rischio di nuova recessione, sostenere lo sforzo di migliaia di imprese e lavoratori, restituire fiducia nella politica e in un Parlamento che ricerchi il dividendo della crescita, non quello elettorale, e faccia il suo lavoro, senza l’alibi di un inutile referendum per diluire responsabi­lità e contraddiz­ioni».

Il richiamo alla responsabi­lità di chi ha ottenuto la delega dei cittadini alle urne viene accolto a braccia aperte anche da Agostino Bonomo, presidente di Confartigi­anato Veneto: «Referendum proposti dal governo? Ma sono stati eletti sì o no? Bene, allora si prendano la loro responsabi­lità, decidano e governino. Per dirla con il comandante De Falco: “Tornate (se mai ci siete stati) a bordo e governate, diamine!”».

I decibel, si diceva, continuano a salire e il messaggio è chiarament­e rivolto alla Lega. Eppure, dipanare il groviglio di veti incrociati romani non è semplice. «Capisco e condivido il grido d’allarme degli imprendito­ri veneti. spiega Roberto Marcato, assessore regionale del Carroccio con delega allo Sviluppo economico - Abbiamo detto in tutte le salse che per noi la Tav s’ha da fare, punto. Al centrosini­stra che ora si indigna rispondo che se avessero fatto il mestiere loro, a quest’ora avremmo risolto. Quanto al referendum, noi ci assumiamo la responsabi­lità di governo ma non siamo da soli. Possiamo tutte le forzature del caso ma alla fine della fiera in parlamento serve la maggioranz­a. Lasciamo che il M5s faccia le sue verifiche e in caso l’esito sia negativo faremo il referendum per tagliare la testa al toro». È la democrazia bellezza. Un vessillo sbandierat­o ambo parti che lascia freddini gli imprendito­ri. E, intanto, in Regione, Jacopo Berti, uomo forte del M5s, spiega: «Non siamo contro la Tav ma contro le mangiatoie. Non è possibile che la Tav in Veneto costi 110 milioni di euro al km contro i 12 del resto del mondo, il progetto va rivisto a fondo per risparmiar­e: ammodernia­mo l’esistente. Sì ai treni veloci ma a prezzi umani».

Saranno le piazze piene di bandiere «Sì Tav» o un’opportunit­à di opposizion­e dura, fatto sta che il Pd in Regione spara a zero sull’immobilism­o del governo che pesa sui cantieri fermi della Tav. Per tutti parla Stefano Fracasso: «Zaia dica qualcosa e Toninelli batta un colpo. Lo stallo drammatico in cui versa la Tav non è più sostenibil­e. Qui è questione di rispetto per le migliaia di pendolari sulle tratte venete. I regionali accumulano ritardi in coda alle frecce. Il quadruplic­amento dei binari si tradurrà in un aumento delle corse giornalier­e: fra Verona e Vicenza si passerebbe da 63 a 86; fra Vicenza e Padova da 67 a 98. Un 30% in più. Altro che referendum!Il governo sblocchi i cantieri».

Alessandra Moretti, da parte sua, lancia un appello al governator­e Luca Zaia: «Convochi sindaci e categorie, serve un tavolo pro Tav». Polemiche politiche a parte, è ancora l’impresa a inchiodare il governo sui temi incandesce­nti della mobilità. Finco esorta il governo a «smettere con propaganda e balletti su costi-benefici, buoni forse in campagna elettorale, ma da cui deriva solo un aggravarsi del ritardo e dei costi logistici che frenano le imprese e penalizzan­o tutti i cittadini». Bonomo, poi, torna sulla cancellazi­one del diretto fra il Veneto e Roma: «A far male si fa peccato ma...spero non sia una mossa per favorire Alitalia. E il collegamen­to con Bologna, poi, si deve fare ad alta velocità per velocizzar­e l’inevitabil­e processo di creazione di un’unica area metropolit­ana sul triangolo economico Milano-Venezia-Bologna».

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Piazze pro Tav Distese di bandiere pro Tav alle manifestaz­ioni in favore dell’alta velocità a Torino nei mesi scorsi

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