Trattativa serrata al Mit per l’autonomia dei trasporti
Toninelli ottimista: stiamo cercando il percorso più adatto
Autonomia e trasporti. Bus, strade, porti e aeroporti. Uno dei temi più caldi della trattativa Stato-Regione ha visto ieri, riuniti attorno a un tavolo con i tecnici del Mit, il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti guidato da Danilo Toninelli (in foto), un pool di tecnici della Regione Veneto affiancati anche dal costituzionalista Mario Bertolissi.
Mentre Lega e Cinque Stelle continuano a litigare, rimpallandosi le responsabilità dei ritardi («Se non la smettete casca il governo»; «Siete voi che chiedete la luna»), e in Rete comincia a salire la tensione, tra conti alla rovescia e accuse di tradimento, a Roma proseguono serrati gli incontri tra la titolare degli Affari regionali Erika Stefani, i ministri accompagnati dai loro tecnici e la delegazione trattante del Veneto.
Ieri è stato il turno del ministero delle Infrastrutture guidato da Danilo Toninelli, indicato dalla Lega come uno dei più ostici insieme alla Sanità condotta da Giulia Grillo (a sorpresa, invece, i commenti sono lusinghieri per Luigi Di Maio e il ministero dello Sviluppo economico, che avrebbe prodotto controdeduzioni puntuali e nel merito delle proposte avanzate dalla Regione). Per Palazzo Balbi sedevano al tavolo il direttore dell’Area Programmazione e sviluppo strategico Maurizio Gasparin, quello dell’Area Infrastrutture e Trasporti Giuseppe Fasiol e il costituzionalista dell’università di Padova Mario Bertolissi, a cui è stato chiesto di essere presente per scardinare le pregiudiziali di costituzionalità opposte dai consiglieri di Toninelli. Dopo la relazione del capo di gabinetto del Mit, Gino Scaccia, Bertolissi ha affrontato alcuni dubbi giurisprudenziali, spiegando che il percorso che si va delineando è completamente nuovo e come tale va affrontato, immaginando un’autonomia «sartoriale», per dirla con le parole del governatore Luca Zaia, tagliata sulle necessità e le richieste di ciascuna Regione (tra l’altro da Roma sottolineano come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna si stiano muovendo con efficace sinergia, «quasi come una macroregione»).
Si è poi passati alle questioni di merito, che rileggendo la proposta a suo tempo presentata dalla Regione non sono di poco conto: si parla del trasferimento alla Regione delle funzioni di programmazione, progettazione, esecuzione, manutenzione e gestione delle strade, dell’assegnazione alla giunta, sentito il ministero, della nomina del presidente della Autorità Portuale di Venezia, della possibilità di costituire una Zona Franca, della regionalizzazione del Fondo per il trasporto pubblico locale, che verrebbe gestito direttamente da Palazzo Balbi magari con il riconoscimento di una quota dell’aliquota di compartecipazione su gasolio e benzina di autotrazione. E si discute anche delle concessioni autostradali e del ruolo che la Regione potrebbe assumere di «concedente», al posto dello Stato, per le tratte che la attraversano.
All’uscita, volti distesi e soddisfatti: «Finalmente si è iniziato ad entrare nel merito delle questioni» hanno detto i protagonisti, che si sono già ridati appuntamento per il 23 gennaio. «In piena sinergia con la collega Stefani stiamo mettendo in piedi il percorso più adatto per giungere al passaggio di nuove funzioni alla Regione - ha dichiarato Toninelli -. Un processo che deve essere portato avanti nel migliore dei modi: un intervento così importante di natura costituzionale deve evitare i disastri del passato e i conflitti paralizzanti tra livelli di Governo, derivati dalle modifiche al Titolo V introdotte dal centrosinistra nel 2001». Aggiunge Stefani, che in giornata ha visto Zaia per un caffè: «Sono in corso incontri sia tecnici che politici con i ministeri che avevano richiesto maggiori chiarimenti. La trattativa è serrata. La mia intenzione è quella di dar voce alle Regioni e alle loro richieste senza accettare compromessi al ribasso. Ogni polemica sollevata sui costi è infondata. Nulla verrà tolto alle altre Regioni e i governatori che ne hanno fatto richiesta sono consapevoli che saranno investiti di un’enorme responsabilità».
Si vedrà se l’argomentazione convincerà la collega Grillo ma soprattutto la nomenclatura del ministero della Sanità, data per agguerritissima e decisa a fare muro su tutte le richieste della Regione. Si dirà: ma la sanità non è già regionalizzata? Certo, tranne che per un dettaglio: i soldi. È infatti il ministero, tramite il riparto del Fondo sanitario nazionale, a decidere di anno in anno quanto trasferire a questa o quella Regione. Hai detto poco...