Kabul, giovane veronese sfiorata dalle bombe «Ho sentito un boato»
La cooperante di 31 anni: «Ormai questi attentati non fanno più notizia»
L’eco del boato è arrivata anche lì, tra cyclette, bilancieri e altri attrezzi. E in un attimo Valeria ha realizzato che poteva essere accaduto qualcosa di grave. Un camion-bomba che, lunedì sera, ha flagellato per l’ennesima volta la capitale dell’Afghanistan, Kabul. «Questi attacchi sono il prezzo da pagare per la nascita di una democrazia in un paese devastato», commenta Valeria Aldighieri.
L’eco del boato è arrivata anche lì, tra cyclette, bilancieri e altri attrezzi. E in un attimo Valeria ha realizzato che poteva essere accaduto qualcosa di grave. Un camionbomba che, lunedì sera, ha flagellato per l’ennesima volta la capitale dell’Afghanistan, Kabul. Almeno quattro morti e un centinaio di feriti secondo il primo bilancio del Ministero dell’Interno afghano. «Questi attacchi sono il prezzo da pagare per la nascita di una democrazia in un paese devastato da una guerra che ormai non fa più notizia», commenta all’altro capo del telefono Valeria Aldighieri, giovane cooperante internazionale veronese, impegnata proprio a Kabul dallo scorso settembre con una associazione. Lei, 31 anni e una esperienza di cooperazione maturata tra Senegal, Isole Comore e Madagascar, l’altra sera si stava allenando in una palestra della capitale del Paese asiatico, a circa tre chilometri di distanza dal luogo dell’attentato.
«C’era la musica, il rumore dei vari attrezzi - ricorda Valeria -. Ma ho sentito distintamente il fragore dell’esplosione e dopo qualche minuto è stato un continuo viavai di mezzi di soccorso con le sirene spiegate». Tutti diretti al distretto Pd9 della città, una zona che anche la veronese conosce bene perché è lì che è collocato il compound protetto Green Village, dove abitano militari e civili di compagnie straniere e Ong impegnate in Afghanistan. «Fino allo scorso mese frequentavo il compound. Poi ci è stato vietato per ragioni di sicurezza. E avevano ragione», spiega Valeria che prova ad analizzare quanto accaduto lunedì. «Il 20 ottobre in 33 province afghane su 34 si sono tenute le elezioni legislative. In questi mesi sono stati pubblicati i risultati provvisori provincia per provincia. Quella di Kabul è stata l’ultima. E proprio ieri (lunedì, ndr) la commissione elettorale ha reso noti i risultatiprosegue -. A distanza di due ore c’è stata questa esplosione. E credo che molto probabilmente si tratti di un qualcosa di correlato». A Verona, i parenti non sapevano nulla. «Ormai queste notizie non arrivano più ai media occidentali - riflette Valeria -. Ho chiamato casa solo per rassicurarli nel caso avessero visto qualcosa su Internet». Illesa e relativamente tranquilla, ha affrontato con tranquillità il suo «primo» attentato: «Da quando sono qui,ce ne sono stati almeno altri due. Ma in quelle occasioni ero rientrata a Verona».