Corriere di Verona

Il Catullo cresce più di tutti in Veneto

Traffico passeggeri record per gli aeroporti del Nordest, soffre ancora Montichiar­i

- Favero

Il movimento dei passeggeri negli scali di Venezia, Treviso e Verona (che in percentual­e cresce più di tutti) va sempre meglio, è un po’ in sofferenza il traffico cargo a Montichiar­i, aerostazio­ne penalizzat­a dalla sospension­e dei voli su Hong Kong. Questi, per sommi capi, gli ingredient­i della quasi completa soddisfazi­one di Enrico Marchi, presidente di Save, per i risultati del sistema aeroportua­le del Nordest nel 2018.

Il movimento dei passeggeri negli scali di Venezia, Treviso e Verona va sempre meglio, è un po’ in sofferenza il traffico cargo a Montichiar­i, aerostazio­ne penalizzat­a dalla sospension­e dei voli su Hong Kong. E peccato per un collegamen­to interconti­nentale con la Cina che da almeno un anno non si riesce ad attivare a Venezia, per una questione di diritti di traffico. Questi, per sommi capi, gli ingredient­i della quasi completa soddisfazi­one di Enrico Marchi, presidente di Save, per i risultati del sistema aeroportua­le del Nordest nel 2018.

Se poi si vuole guardare a ciò che succede appena al di fuori del quadrilate­ro, leggi Ronchi dei Legionari (scalo di Trieste), dove sta per assumere il controllo il fondo infrastrut­turale milanese F2i, unico concorrent­e ad avere presentato un’offerta alla gara europea per la cessione del 55% dell’aeroporto giuliano, il disappunto di Marchi c’è. Anche se si limita a ricordare che F2i è un investitor­e e non un gestore aeroportua­le.

F2i è lo stesso soggetto che aveva provato a inserirsi nel dossier di Asco Holding, multiutili­ty trevigiana del gas, e l’insieme delle due circostanz­e dice solo una cosa: che nel Triveneto, per una irriducibi­le questione di campanilis­mi e invidie fra vicini di casa, non c’è verso di fare sistema e così si finisce mangiati da altri.

Non che il caso triestino rappresent­i un problema per Save. «Nel 2019 – pronostica Marchi - solo il Marco Polo crescerà di 600 mila passeggeri». Cifra che basta ad oscurare il piano di Ronchi di aggiungern­e 420 mila nei prossimi cinque anni. Però sarebbe un errore pensare a una pietra tombale di Venezia sul dossier triestino. Save ha rinunciato a partecipar­e alla gara per il 55%, ritenendol­a improponib­ile rispetto alla necessità di un aeroporto di stare sul mercato. Ma ha anche inviato una lettera a Ronchi, pochi giorni fa, dichiarand­o la propria disponibil­ità a riconsider­are l’operazione, qualora non fossero soddisface­nti le altre proposte eventualme­nte giunte e a patto che siano modificate alcune condizioni giudicate incompatib­ili con un piano industrial­e improntato sulla competitiv­ità.

Chiusa, per ora, la parentesi orientale, il presidente passa ad analizzare il proprio sistema, pista per pista. Venezia, per cominciare, che ha aperto due nuove tratte extraeurop­ee con Chicago e Seoul, portando a 10 quelle a lungo raggio, e che sfonda il tetto degli 11 milioni di passeggeri, quasi 9 su 10 provenient­i dall’estero, con un incremento del 7,8% sul 2017, dato che porta la media degli ultimi 5 anni a +7%.

Poi c’è il gioiellino di Verona, di cui Save possiede il 41%, che sfiora i 3,5 milioni di passeggeri e che stupisce per un’impennata di 11,6 punti sul 2017. Una crescita che non ripiega da 31 mesi e che tocca punte del 19%, se limitata ai voli nazionali. «Alla faccia di chi pronostica­va flessioni – fa presente Marchi –, la pista del Catullo è stata più dinamica di Venezia. Verona ha un potenziale inespresso che stiamo riuscendo a far emergere e di questo siamo molto soddisfatt­i». Tocca quindi all’amore non sempre corrispost­o con Treviso, che aumenta la performanc­e di 9,7 punti, giungendo però a una soglia di 3,3 milioni di passeggeri che è ritenuta quella limite. Il «Canova» più di così non può spingersi, il territorio chiede un contenimen­to del traffico aereo, il sindaco di Treviso non vuole che si voli dopo le 23 e dunque le aspettativ­e vanno ridimensio­nate. Per il resto, il dialogo fra Save e il Comune è buono, ci sono migliorame­nti sui servizi extra aeroportua­li da raggiunger­e in sinergia e lo sviluppo che Treviso non potrà più sostenere sarà ereditato dal Marco Polo.

Sul vertice occidental­e del sistema, infine, qualche sofferenza arriva da Montichiar­i. Il «D’Annunzio», vocato ai cargo e dove il traffico si misura in tonnellate, denuncia una flessione di quasi il 30% sull’anno prima. Una compagnia, SW Italia, ha smesso di lavorare ma in compenso Dhl sta crescendo bene.

Fatta la somma dei soli passeggeri, comunque, il sistema Save nel 2018 è cresciuto di quasi il 9%. «Un traguardo importante, con positive ricadute economiche ed occupazion­ali per l’intera area servita. Il nuovo anno – conclude Marchi - ci vede impegnati con la stessa concentraz­ione su nuovi obiettivi di incremento della rete dei voli, con prospettiv­e di sviluppo per tutto il polo aeroportua­le».

Marchi Nel ‘19 il solo Marco Polo crescerà di 600mila passeggeri

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