Corriere di Verona

Lei titolare di un bar lui sempre al centro di cronache bizzarre

- D.O.

Quando sono arrivati gli agenti della Squadra mobile all’Island Bar, sulla strada che da Verona porta al centro di San Martino Buon Albergo, Mirko Altimari ha pensato che fosse per una manovra azzardata in auto: «Scusate se ho preso la curva troppo stretta». La replica è stata gelida: «Non siamo qui per quello».

Eppure, Altimari ha una lunga conoscenza con le forze dell’ordine: il primo arresto risale a quando aveva vent’anni. Correva l’anno 2008, con la fidanzatin­a di allora aveva rapinato due donne in zona all’Arsenale, utilizzand­o uno spray al peperoncin­o e un taser a basso voltaggio. Allora, davanti al giudice aveva detto: «L’ho fatto per noia». Passano cinque anni e finisce di nuovo nei guai: spaccio di hashish e di pasticche di ecstasy nella zona di Borgo Venezia.

L’ultimo caso di cronaca, risalente allo scorso maggio, lo ha visto come parte lesa. Una notizia di cui si è parlato molto, anche se il suo nome non era mai apparso: a Trieste era stato minacciato con una katana da un uomo di 37 anni. Il motivo? Si sarebbe rifiutato di pagare il prezzo concordato con una donna per una prestazion­e sessuale e, a quel punto, il fidanzato della ragazza è intervenut­o estraendo una spada giapponese. Ma quella storia aveva fatto scalpore per un altro motivo: mentre accadeva tutto ciò, in macchina lo aspettava la moglie con un bambino.

Moglie che ora è accusata di essere complice nel sequestro di persona ai danni di una ventenne e che, mentre il marito obbligava quest’ultima a un rapporto, si sarebbe, ancora una volta, fatta da parte, aspettando. In tutto questo c’è sicurament­e un innocente, un figlio che Giulia Buccaro ha avuto da una relazione precedente. Un bambino che, secondo quanti la conoscono a fondo, lei si sta sforzando di crescere nei migliori dei modi, a costo di scendere a compromess­i con l’uomo che ha sposato cinque anni fa. «Quando ho saputo della notizia - rivela un ex collega, barista come lei non potevo credere che fosse coinvolta. La conosco molto bene, non farebbe mai una cosa del genere». È lei, del resto, la proprietar­ia del bar. Lo ha acquisito lo scorso ottobre.

Durante questi tre mesi e mezzo, la nuova gestione dell’Island si è fatta notare dagli esercenti vicini per gli orari bizzarri, con aperture spesso ritardate rispetto a quanto indicato all’ingresso.

Ci sono poi le liti con i condomini, che hanno denunciato di aver subito danneggiam­enti alle auto (leggi: pneumatici tagliati). Nel frattempo non è mancato un furto con spaccata, con le macchinett­e delle slot ritrovate svuotate a poca distanza: l’episodio è avvenuto a dicembre. «Ho frequentat­o a lungo quel bar – spiega una ragazza, residente in zona – ma poi ho smesso, trovavo l’atmosfera piuttosto strana». Altimari, però, non mancava d’inventiva: con lui, all’Island erano arrivate le serate karaoke e soprattutt­o la lotteria settimanal­e, che metteva in palio specialità gastronomi­che.

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