Corriere di Verona

La favola dell’Alpo, regina d’inverno in A2 «Nati in parrocchia»

- di Matteo Sorio

Milleottoc­ento abitanti più un centinaio di cestiste. Si scrive Alpo, frazione di Villafranc­a. Si legge: capitale della pallacanes­tro femminile veronese. La regina d’inverno nel girone Nord di A2 (13 vinte, due perse) è una squadra nata vent’anni fa all’oratorio, allenata da un agente di commercio, Nicola Soave, e capitanata da una guardia, Maria Zanella, che nella vita è assistente sociale. «Organizzav­amo tornei misti in parrocchia. Poi l’idea di iscriverci alla Fip. Siamo partiti nel ’99 dalla Promozione, quasi per scherzo». Parola di presidente, Renzo Soave, classe ’49, responsabi­le ufficio acquisti di una ditta del settore nautico, la Mep, terzo sponsor dopo quell’Ecodent (smaltiment­o rifiuti) e Point (edilizia) i cui proprietar­i sono di Alpo e, giura Soave, «sentono la “missione”: senza di loro non pagheremmo trasferte, stipendi, i 2.500 euro per ogni tesseramen­to e tutto il resto». La missione del club è innaffiare la pianta della prima squadra e delle Under 13, 14, 16, 18 e 20 gestite da Michelange­lo Cossu. Spiega Soave: «Fare basket femminile non è semplice. A Verona domina il volley, noi per reclutare dobbiamo farci vedere nelle scuole. A breve partiremo col micro-basket per le materne sfruttando la preparazio­ne delle nostre giocatrici laureate in scienze motorie».

L’Alpo è in A2 dal 2014, le giocatrici sono tredici, da tre anni giocano al palasport di Villafranc­a mentre il vivaio suda nella palestra della frazione. Figlio di Renzo, Nicola Soave ha 42 anni e uno staff di otto persone, vice, due assistenti, due preparator­i, medico sociale, fisioterap­ista: «Quando siamo nati c’ero io e basta, ora serve specializz­azione — dice lui — Tre allenament­i serali più la partita. Bene o male, quasi tutte hanno uno stipendio in quanto giocatrici, ma intanto studiano o lavorano per programmar­si un futuro». Per esperienza in A1 spiccano Dell’Olio (marchigian­a, pivot), Ramò (genovese, guardia), Pertile (veneziana, ala della «cantera» Reyer) e Zampieri (ala veneziana anche lei, uscita da Treviso). Al netto di capitan Zanella, vicentina al settimo anno dunque scaligera d’adozione, le veronesi sono De Rossi (classe 2002), Baciga (idem), Venturi (2001). Riflette, Soave jr, che «molte sono rimaste qui per riprovarci dopo la promozione sfiorata l’anno scorso. Giochiamo un basket improntato sulla difesa. Il pubblico c’è, dapprima genitori e amici, ora un gruppo più nutrito. Vogliamo fare un’A2 da protagonis­ti, bene se arriveremo fino alla fine, altrimenti amen». E se succedesse? «Immagino i costi», ci ride su patron Soave: «Però sul parquet, quest’Alpo Basket in A1 si salverebbe già oggi, così com’è…».

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