Corriere di Verona

Faraoni e Berardi, amici in gialloblù «Obiettivo serie A»

Faraoni e Berardi, compagni di squadra per dieci anni, pronti in campo

- Fontana

Scherzano e ridono, dandosi ogni tanto di gomito, come i vecchi amici che sono. «Abbiamo giocato insieme per dieci anni, è bello ritrovarsi qui», dice Alessandro Berardi, parlando di Davide Faraoni. Il percorso comune l’hanno fatto nelle giovanili della Lazio, prima di separarsi per poi incontrars­i di nuovo a Verona, adesso.

«Il passaggio all’Hellas è stato velocissim­o. Mi hanno chiesto se mi piaceva l’idea. Ho deciso al volo. Nel giro di quattro ore avevo già il biglietto in mano», racconta Faraoni, arrivato venerdì, dopo un blitz di mercato di Tony D’Amico. Il direttore sportivo gialloblù ha individuat­o in lui l’uomo giusto per completare la difesa di Fabio Grosso. Terzino destro, ma anche di più, Faraoni, che ha capacità atletiche, tecniche e tattiche per coprire l’intera fascia, ma che, se serve può spostarsi anche a sinistra. «Oppure in porta, forse meglio di no…», strizza d’occhio fissando Berardi, che al Verona c’è già stato nel 2013, una presenza all’attivo, con pochi minuti in campo nella trasferta di Livorno, come portiere di supporto a titolariss­imo Rafael e al suo vice, Nicolas. Quando Andrea Tozzo si è infortunat­o a una spalla e ha dovuto operarsi, e si è capito che il Verona avrebbe avuto bisogno di un’alternativ­a a Marco Silvestri e a Lorenzo Ferrari, la scelta è ricaduta immediatam­ente su Berardi, svincolato dopo il fallimento del Bari e nel gruppo biancoross­o guidato, nella passata stagione, da Grosso.

«Spero di portare fortuna anche stavolta, com’è già stato nel 2013, offrendo il mio contributo. Tutti vogliono giocare, ma si può dare tanto a una squadra anche fuori dal campo», dice lui, con il giusto tono da guascone, la parlata che scivola facilmente sul romanesco, in sintonia con Faraoni. E quando gli chiedono quale sia il difetto più evidente del terzino, Berardi si apre in un sorriso, mentre l’altro gli fa: «Nun ce provà...». Aria buona, nella sala stampa della sede del Verona, ma domenica torna il campionato e il derby con il Padova è una chiamata a ripartire dopo lo scatto di dicembre. «Sarà una guerra», taglia corto Faraoni, che ha lasciato il Crotone, neo retrocesso come l’Hellas, ma finita nel gorgo di una classifica che l’ha spinto nel pieno della zona calda. Osserva il difensore gialloblù: «Il calcio non è matematica, uno più uno non fa sempre due, anzi. Non sta scritto da nessuna parte che se sei sceso dalla A, se hai mantenuto un organico che, sulla carta, è forte, i risultati favorevoli siano una conseguenz­a. Al Crotone auguro le migliori cose, sono certo che i miei ex compagni di squadra raggiunger­anno la salvezza. Adesso sono qui a Verona, e sappiamo quale sia l’obiettivo». Un obiettivo che si chiama promozione, meglio se diretta e senza dover passare attraverso la roulette dei playoff.

La promozione in serie A, già. Berardi se l’è già presa all’Hellas e vorrebbe riprovarci. «Quell’anno c’era più esperienza rispetto ad ora, ma questa è una squadra che ha maggiore qualità», assicura il portiere. E Faraoni aggiunge: «Arrivare in serie A è sempre difficile, confermars­i lo è di più. Io ci sono stato, non ho avuto sufficient­e costanza per rimanerci. Adesso me la voglio riprendere con il Verona. Sono venuto all’Hellas proprio per questo».

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(foto Grigolini) Amici al Verona Berardi e Faraoni, i nuovi innesti gialloblù

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