Nereo, caso risolto anche grazie alla Cia
Clochard ucciso a Roma, donna indagata. I servizi americani hanno collaborato
La svolta è arrivata anche grazie alla Cia. Che ha visionato 60 ore di filmati, aiutando la polizia locale del gruppo Sapienza Parioli a trovare il presunto assassino. Ad uccidere Nereo Murari, il clochard veronese di 73 anni, sarebbe stata una donna di 56 anni residente nel quartiere di Castelverde e che lavora come inserviente ai Parioli, individuata anche grazie alle immagini delle telecamere dei servizi americani, che hanno la sede in zona.
La svolta è arrivata anche grazie alla Cia. Che ha visionato 60 ore di filmati, aiutando la polizia locale del gruppo Sapienza Parioli a trovare il presunto assassino. Ad uccidere Nereo Murari, il clochard veronese di 73 anni, sarebbe stata una donna di 56 anni residente nel quartiere di Castelverde e che lavora come inserviente ai Parioli.
Ma è rimasta chiusa nel silenzio. Lo stesso che avvolgeva Roma alle 4.51 di lunedì 7 gennaio quando avrebbe travolto e ucciso l’anziano che quella città l’aveva scelta per la sua seconda vita. Accanto all’amata cagnolina Lilla.
R.D.L. adesso è indagata per omicidio stradale e omissione di soccorso, ma il procuratore capo Giuseppe Pignatone e il Pm Giovanni battista Bertolini vogliono vederci chiaro. Nel quartiere Parioli ci sono molti occhi elettronici: questura, Dia, condomini, banche e pure quella dell’ambasciata degli Stati Uniti. Molti frame utili erano stati catturati proprio dalle loro telecamere. Quell’auto nelle immagini era sempre troppo generica. Si vedeva bene però la manovra fatta.
L’incrocio di Corso Italiavia Po superato nonostante il rosso, l’uomo scaraventato a oltre 6seimetri di distanza, la retromarcia e poi la rapida manovra per superare il corpo. Impossibile non accorgersi di quanto fatto.
La chiave di tutto: dopo l’impatto l’auto ha proseguito verso uno studio medico in via Bertolani, dove per 37 minuti la donna ha lavorato. Per poi andare in via Toscana per il secondo turno di pulizie. E lì, dopo oltre una settimana, è stata fermata. Se invece avesse scelto la fuga verso casa, sarebbe stato quasi impossibile rintracciarla.
Il parabrezza della Smart nera del 2006 è stato cambiato. Si cerca chi ha sostituito il vetro e i tergicristalli. Interrogato, il compagno della donna - una guardia giurata - si è autoaccusato dicendo di essere lui alla guida e di non essersi fermato per paura. Salvo poi tradirsi ammettendo le colpe della donna. Che ha solo sussurrato che le sembrava che qualcosa le fosse caduto sull’auto. A casa della cinquantaseienne una situazione non facile. Con i due figli maschi di 26 e 28 anni noti per reati legati alla cocaina. Il dubbio è che uno di loro fosse alla guida della piccola auto per accompagnare la madre.