Cresce «Rete innovazione sostenibile», le imprese promuovono la sostenibilità
Federare aziende e realtà del terzo settore, con un obiettivo: promuovere l’impresa sostenibile. Il che non significa, solamente, attenzione sul fronte ambientale, ma anche responsabilità economica e sociale, con una corretta retribuzione per tutti e attenzione al gap intergenerazionale. È quanto si promette la Rete innovazione sostenibile, presentata al Polo Santa Marta dell’Università di Verona. Si tratta dell’ultimo passo di un percorso iniziato già nel 2017 quando, sempre a Verona, è stata ospitato una tappa del Salone della Csr (Corporate social responsability, ossia responsabilità sociale di impresa), un evento che è stato battezzato dall’Università Bocconi. Nel comitato scientifico figurano molti docenti dell’ateneo, in particolare del dipartimento di Economia aziendale. Ma a livello territoriale lo sguardo si estende oltre la provincia. «Abbiamo optato per una doppia sede – spiega la vicepresidente Silvia Cantele – a Verona e a Vicenza, dove c’è una succursale della nostra università – molte realtà simili alla nostra sono già nate in altre parti d’Italia: non potevamo rischiare di prenderci indietro». La prima missione della Rete sarà quella di valutare a che punto sono le aziende veronesi e vicentine riguardo ai 17 obiettivi posti dall’Agenda 2030 dell’Onu. Tra i punti più delicati: la parità di genere e un lavoro che possa considerarsi dignitoso per tutti. «La nostra scommessa – conclude Cantele – è che un maggiore impegno su questo fronte da parte delle imprese porterà anche a un maggior successo sul mercato».