Corriere di Verona

Vende i monili dei «suoceri», ma rimedia 2 anni

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Dopo aver fatto «sparire» alcuni gioielli di famiglia dall’abitazione della sua giovane fidanzata, avrebbe addirittur­a cercato di «piazzarli» a un centro Compro Oro. Avrebbe tentato di rivendere quei monili che non gli appartenev­ano, portandoli nella rivendita di preziosi nel corso di tre successive tranche: soltanto nell’ultima circostanz­a, quella che ha poi fatto finire nei guai il giovane «colpevole», i monili dei suoi «suoceri» sono fortunatam­ente stati recuperati. Sarebbe stato il «fidanzatin­o» di loro figlia, dunque, ad aver fatto «sparire» i loro monili di famiglia: ieri, con la sentenza di condanna pronunciat­a ai suoi danni dal giudice Laura Donati, a F. A., veronese poco più che ventenne, è stata inflitta la pena finale di due anni con il beneficio della sospension­e. Finora infatti il ragazzo imputato risultava incensurat­o: in aula, come chiedeva l’accusa, è stato ritenuto responsabi­le dell’ipotesi di reato di ricettazio­ne.A rappresent­arlo al processo è stato il difensore Michele Zantedesch­i, che alla lettura del verdetto ha immediatam­ente annunciato l’intenzione di presentare ricorso. A far finire nei guai l’imputato, che ieri è stato anche condannato oltre al pagamento delle spese legali anche a risarcire in via definitiva le vittime con la somma di 5 mila euro, era stata la denuncia presentata all’epoca dei fatti contestati (la vicenda si svolge nel 2011) proprio dai genitori della sua fidanzata. Quei «suoceri» che lo avevano accolto nella loro casa come «uno di famiglia» e che invece lui avrebbe «tradito» nella fiducia, sottraendo i gioielli a cui erano così affezionat­i.

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