«Qui voglio fare il bis del Sunderland»
Giaccherini e il Chievo: «Non voglio retrocedere e le responsabilità me le prendo tutte»
Per i miracoli sportivi, citofonare Giaccherini. «Uno l’ho vissuto di persona, primo anno al Sunderland, 2013-14. Penultimi a poche gare dalla fine, quattro o cinque punti di ritardo dalla zona franca. Ci aspettavano Manchester City, Chelsea e Manchester United, quasi di fila. Nessuno ci credeva, tranne noi e alla fine uscirono sette punti da quelle tre partite».
Fu salvezza e un «miracolo sportivo», come dice Giak. Qualcosa di simile a ciò cui ambisce il Chievo, fanalino di coda, -8 dalla quartultima, un tour di 19 partite che comincia lunedì da Torino e dalla Juventus. «Non voglio retrocedere», fa Giaccherini, 34 anni a maggio, contratto fino al 2021. Già azzurro, argento all’Europeo 2012, e già alla Juventus tra 2011 e 2013 (due scudetti, una Supercoppa Italiana) Giaccherini è un upper-
che sa sporcarsi le mani. «Mi piace, a quest’età, prendermi le responsabilità del caso. Il Chievo mi ha acquistato la scorsa stagione per risolvere problemi. So benissimo che da qui a maggio quelli come me, Cesar, Sorrentino, Pellissier e Radovanovic dovranno trascinare». Si è già detto, lo si può ripetere: casella trequartista, il Chievo tra Birsa e Giaccherini cede lo sloveno, un motivo ci sarà. Quel motivo sta nel segno che si pensa possa lasciare Giak, nel girone di ritorno, per garra, corsa, oltre alla maestria — quasi un lusso per il Chievo — che cela nei piedi. «Mi sento uno da serie A e anche il Chievo merita di starci. Se sono andato su quella punizione contro il Frosinone, prima della sosta, dicendo “tiro io che faccio gol”, è perché me lo sentivo, dopodiché sarebbe anche potuta uscire, ma quando sei convinto è giusto farsi avanti». Stiamo lì. Perché Giak è uno dai gol pesanti. Cinque, col Chievo.
Torneo 2017-18: punizione decisiva col Cagliari, graffio nell’1-1 col Sassuolo, contributo essenziale alla rimonta di Bologna (1-2 per i gialloblù) con un sinistro al volo alla
In Premier League «Penultimi a pochi turni dalla fine: sette punti con Man City, United e Chelsea: salvi»
A Torino da ex
«Un gol? Non ho esultato all’andata e non lo farei lunedì: è questione di rispetto»
Totti. Quest’anno: la stoccata al Frosinone, prima il rigore all’esordio contro la «sua» Juve. «Non esultai per rispetto verso un club che mi ha dato tanto e non esulterò nemmeno lunedì se dovessi ripetermi». In vista di lunedì, Giak riflette sul fatto che «è una Juve meno spettacolare ma più pratica rispetto agli anni scorsi e tra le mille cose che non potremo concederle cito innanzitutto il contropiede». In vista del ritorno, più in generale, pensa invece alle punte e in particolare a Pellissier. «Il suo nuovo “boom” con Di Carlo non mi ha sorpreso, il punto è che prima avrebbe dovuto godere di più considerazione. Stiamo lavorando per metterlo in condizione di fare gol, sfruttando la sua bravura negli inserimenti».
In quel lavoro lì, tanto passerà da Giaccherini. Che è uno freddo ma sa anche ridere. All’andata, dopo il successo della Juve, sotto il selfie con CR7 pubblicato su Instagram, scrisse: «Ovviamente la foto me l’ha chiesta lui...».