Corriere di Verona

I segreti di Comisso

In corso la digitalizz­azione dell’archivio. Le letture, le liti con la madre, la guerra: il volto nascosto dello scrittore trevigiano

- di Paolo Coltro

«Sei davvero una canaglia, anzi un farabutto. Prima di tutto per quello che hai fatto, non ci fossero altre donne! E poi per le brighe che ci hai procurato! Sai che difficoltà che c’è di trovare donne. E così obblighi una povera vecchia a lavorare e far la serva a tutti». E ancora: «Vergognati a non rispettare la casa e far scandalo». Mica uno stinco di santo, Giovanni Comisso, quando aveva 31 anni, e mentre preparava i suoi Giorni di guerra assaltava con i suoi amici la cameriera Maria, tanto da costringer­la a scappare dalla casa dei genitori. Scrive infuriata la madre contro il figlio fonte «di umiliazion­i», privo dei «sentimenti più sani». Infuriata due volte, perché quel gaudente in assenza dei probi genitori riempiva la casa di amici e la trasformav­a «in un postribolo». E d’altra parte Giovanni l’aveva scritto chiaro: «Voi forse penserete a mio riguardo che io abbia presto a trovarmi una sposa e costituirm­i una famiglia, ebbene ecco che vi accontento, ecco che io mi sposerò con la libertà». È uno scrigno poco conosciuto l’epistolari­o dello scrittore trevigiano, ed è in attesa di esporre le sue perle sul web, perché da più di sei mesi è in corso la digitalizz­azione del primo gruppo di lettere, scambiate tra Giovanni e famiglia durante la guerra: duecento missive, una ogni tre giorni. È un lavoro certosino che sta impegnando Francesca Novello e con lei l’Associazio­ne Amici di Comisso, Ennio Bianco in testa, che si è decisa al gran passo dopo quarant’anni di possesso dell’archivio. Merito del Rotary Club trevigiano, che nel ‘74 lo acquistò dagli eredi Ezio e Barbara Pavanello Comisso e nel ‘78 lo donò a quel manipolo di trevigiani dediti alla memoria e alla riscoperta di Comisso. Del quale scocca tra qualche giorno, il 21 gennaio, il cinquantes­imo anno dalla morte.

Ci vorrà ancora molto lavoro, perché lo scrittore archiviava tutto, e sono migliaia di carte. Ma a cominciare dalle lettere, tutto sarà consultabi­le sul web, via sistema biblioteca­rio. Si squaderna così la vita dello scrittore, che proprio dai quaderni cominciava: i mitici «Pigna» dalle copertine colorate, dedicati alle regioni, allora anche alle colonie. Su quello della Cirenaica c’è il testo manoscritt­o del romanzo Gioco d’infanzia, con la grafia minuta e scorrevole, le cancellazi­oni, i ripensamen­ti. Si va alle origini di Comisso, alla sua scrittura in senso fisico. Comisso scrive e da subito ha la coscienza che le sue sono cose di valore, fosse anche il testo di una lettera. Tornato a casa dall’impresa di Fiume, trova le sue lettere, le rilegge, sottolinea in rosso frasi e paragrafi, li raccoglie e li assembla, diventano l’ossatura di Giorni di guerra. Non è riciclaggi­o, non è copia-incolla, è recuperare dopo dodici anni il presente vissuto, la vita in diretta.

Da poco sono confluite nell’archivio anche le trecento lettere scritte all’amico Natale Mazzolà e a sua moglie Maria: una corrispond­enza durata una vita, dal 1925 al ‘68. Un filo di amicizia lungo il quale scorre la vita un po’ pigra ma sovente increspata della «piccola Atene», la Treviso orgogliosa­mente provincial­e e orgogliosa­mente identitari­a. Soffiano i venti di cultura, ma senza mai staccarsi dalle radici: non lo vuole neppure Comisso, che viaggia tutta la vita, va ai quattro angoli del mondo, ma per tornare alla sua casa di campagna o a quella di Santa Maria del Rovere.

L’archivio è composito: oltre l’epistolari­o, ci sono i documenti, ritagli di giornale (i suoi «pezzi» e quelli di altri), decine e decine di foto scattate nei Paesi più disparati, e soprattutt­o gli originali dei romanzi. Sono 22 cartelle zeppe di carte e nove quaderni manoscritt­i. Ma non è finita. Perché, come scrive in suo intervento del ‘91 Emilio Lippi, direttore della Biblioteca, «il tutore, chiamiamol­o così, degli eredi sembra non si sia infatti peritato di vendere i pezzi venalmente più appetibili. Presero dunque il volo, con i quadri di De Pisis e le lettere di Arturo Martini, vari quaderni autografi e copie a stampa postillate».

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 ??  ?? Irregolare­Lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso (1895-1969). Nella foto piccola le prime righe di una lettera della madre
Irregolare­Lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso (1895-1969). Nella foto piccola le prime righe di una lettera della madre

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