Corriere di Verona

Maxi multa da 3,2 milioni all’azienda che proponeva acquisti a piramide

Intervento dell’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato

- Enrico Presazzi

Lo slogan dell’incipit del video promoziona­le è di quelli accattivan­ti: «È meglio l’1% del lavoro di cento persone che il 100% del mio». Ed ecco la presentazi­one: «Siamo un intermedia­rio moderno, portiamo i nostri clienti alle imprese partner del cashback world. Migliaia di persone oggi vivono di Lyconet e molti hanno già raggiunto l’indipenden­za finanziari­a». Del resto, il giro d’affari è davvero di quelli da capogiro se si considera che il fatturato presentato al 31 dicembre 2017, superava i 53 milioni di euro. Ma qualcosa, nelle pratiche realizzate dalla società Lyoness Italia Srl con sede a Verona non rispettere­bbe il Codice del consumo se è vero che, nelle scorse settimane, l’Autorità Garante della concorrenz­a e del mercato, ha fatto scattare una maxi multa da 3,2 milioni di euro nei suoi confronti. Gli accertamen­ti scattati dopo numerose segnalazio­ni hanno verificato che «il sistema di promozione utilizzato dalla società per diffondere tra i consumator­i una formula di acquisto di beni con cashback (ovvero con la restituzio­ne di una percentual­e del denaro speso presso gli esercenti convenzion­ati) è scorretto in quanto integra un sistema dalle caratteris­tiche piramidali, fattispeci­e annoverata dal Codice del Consumo tra le pratiche commercial­i in ogni caso ingannevol­i». Il guadagno realizzato grazie ai «buoni sconto» sugli acquisti effettuati (questo lecito) sarebbe un aspetto decisament­e secondario rispetto al volume economico generato dal sistema che si basa fondamenta­lmente sul «reclutamen­to» di nuovi clienti. Per poter iniziare la carriera di Lyconet Premium Marketer, infatti, bisognereb­be versare una quota iniziale pari a 2.400 euro e garantire il reclutamen­to di nuovi consumator­i.

E sarebbero proprio tali fee d’ingresso a generare i profitti: «La parte di gran lunga prevalente delle entrate - scrive l’Authority - non risulta da un’attività economica, bensì proprio dalle fee d’ingresso e dagli altri versamenti corrispost­i dai consumator­i». A guadagnarc­i, insomma, sarebbero in pochi. «Le evidenze acquisite indicano che i soggetti che effettivam­ente sono riusciti a conseguire posizioni rilevanti all’interno del sistema corrispond­ono allo 0,04% dei Lyconet: soltanto un numero esiguo di Lyconet - 31 su 67.016 operanti in Italia ha conseguito posizioni elevate all’interno del Sistema tali da rendere effettivam­ente profittevo­le l’attività svolta».I problemi sorgevano quando il «socio» provava a uscire dal sistema. «Alla pratica commercial­e si accompagna­no ostacoli che il profession­ista (la società, ndr) crea ai consumator­i che vogliano esercitare il diritto di recesso» riporta il provvedime­nto. Pratiche commercial­i scorrette e carenze in ordine alle informazio­ni normativam­ente previste: maximulta da 3,2 milioni.

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Nel sito Un’immagine del video promoziona­le della Lyoness

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