Nuovo dg e consulenze, Finanza in Agsm
Mercoledì le fiamme gialle in lungadige Galtarossa per prelevare documenti, anche sull’Amia
Visita a sorpresa della Guardia di Finanza, mercoledì scorso, alla sede dell’Agsm, in lungadige Galtarossa. Le fiamme gialle hanno chiesto la consegna di una serie di documenti, relativi soprattutto a due temi: le consulenze affidate a persone esterne all’Azienda (ed in particolare all’avvocato Luca Tirapelle), e la procedura seguita per la designazione del nuovo direttore generale. Nelle stesse ore, da parte della Guardia di Finanza sarebbero state richieste documentazioni anche sull’attività dei vertici dell’Amia (che è parte del gruppo Agsm, a sua volta di proprietà al cento per cento del Comune di Verona), riguardanti però vicende più lontane nel tempo e relative a decisioni prese dal precedente presidente dell’Azienda, Andrea Miglioranzi.
Dal terzo piano della sede Agsm di lungadige Galtarossa nessun commento ufficiale, ma il presidente, Michele Croce, fa trapelare un’assoluta tranquillità, e fa sapere che tutti i documenti richiesti sono stati consegnati senza il minimo problema.
Una prima vicenda all’esame dei finanzieri sarebbe relativa ad un incarico che Croce, anche leader politico di Verona Pulita, avrebbe affidato all’avvocato Luca Tirapelle (che è stato anche difensore in un processo dello stesso Michele Croce). L’incarico era del valore di 12.636 euro, ed era stato oggetto anche di una discussione all’interno del consiglio comunale di Verona. L’avvocato Tirapelle, detto per inciso, era stato tra l’altro indicato anche come uno dei possibili presidenti dell’Agec, al posto di Roberto Niccolai, nominato in quota Verona Pulita ma con cui Croce è in rotta, ma poi la questione era finita nel nulla.
Quanto alla vicenda del direttore generale, si deve risalire al 2017, quando Agsm diede incarico ad una società specializzata di selezionare una figura destinata a prendere il posto dello «storico» direttore Gian Pietro Cigolini, nel frattempo andato in pensione. A conclusione della ricerca, furono proposti i nominativi di alcuni manager, ma nessuno fu considerato adatto al compito. E alla fine, Croce e il consiglio di amministrazione hanno deciso per una soluzione interna, nominando l’avvocato Daniela Ambrosi, già manager all’interno dell’azienda, dove aveva ricoperto nell’anno precedente il ruolo di Procuratore Speciale. Ambrosi è cosi diventata la prima donna a divenire direttore generale del gruppo, con un incarico peraltro limitato nel tempo, e che scadrà non appena diverrà operativa la fusione con la multiutility vicentina Aim. Anche su questa vicenda si era svolto un vivace dibattito all’interno del consiglio comunale di Verona, con uno scontro tra il Pd e l’ex sindaco Flavio Tosi da una parte (molto critici su tutta questa vicenda) e la maggioranza dall’altra, schierata a difesa del presidente Croce.