Chievo, c’è la Roma Di Carlo: «Vedo voglia di lottare»
L’anticipo I gialloblù in campo al Bentegodi contro la Roma: unico obiettivo la vittoria per continuare a sperare. Di Carlo: «Vedo orgoglio e voglia di lottare, noi ci salveremo»
Non c’è Pellissier, però VERONA l’anima ci sarà. È Mimmo Di Carlo a farsene garante. E del resto non è lo spirito ciò che manca fin qui al suo Chievo, limitato da certi lapsus dietro, certi abbagli davanti e il peso di un vissuto da fanalino di coda sin dal primo turno di campionato.
«Giocheremo una grande partita. Quel che vedo in allenamento è lampante: ci sono orgoglio, lotta e voglia di emozionare in questi ragazzi. La Roma? Il primo obiettivo è farla ragionare poco, il secondo mostrare più maturità rispetto a Empoli dove tutto è stato macchiato da un paio di errori difensivi, il terzo metterci più concretezza davanti perché non ci capiteranno tante occasioni da gol». Magari no, di chance non ne capiteranno molte. Tuttavia la Roma che sale a Verona — 35 punti insieme ad Atalanta e Lazio, uno di distacco dal quarto posto — subisce 13 reti più dell’anno scorso, cade talvolta in fatali svarioni e (notizia della vigilia) dietro deve rinunciare a Manolas, asse portante del tandem centrale con Fazio, coppia fissa e rodata ormai da tre anni (dentro Marcano). Le aggiunte di Pellegrini (squalifica) e Olsen (ko, tra i pali Mirante) dipingono le assenze di un’avversaria discussa e sempre a corrente alternata, chiamata martedì alla Champions con il Porto e, chiave tattica interessante in vista di stasera, concessasi una fruttuosa scappatella recente col 4-3-3 tanto caro a Di Francesco.
Se terranno il ritmo che sanno per 90’, Zaniolo e soci saranno per il Chievo una belva ben poco domabile. Se qualcosa lasceranno sul piatto, specie in termini di mentalità, allora potrebbe esserci spazio per una zampata. È quella cosa lì, che manca al club della Diga. Ultimo, 9 punti, sopra di lui Frosinone (13), Bologna (17) ed Empoli (18), l’acuto coi ciociari sul gong del girone d’andata — fu la prima vittoria in tutta la stagione — è stato in qualche modo insonorizzato dalla sosta, dai ko con Juventus e Fiorentina alla ripresa, dal fresco pari dei rimpianti in casa dell’Empoli. Il tempo stringe, dopo la Roma verrà l’Udinese (al Friuli), intanto restano sedici partite e solo un successo, in fretta, può dare la giusta propulsione all’ottimismo di Di Carlo. «Sono convinto che ci salveremo», ripete Mimmo da Cassino. Lui che pende al solito fra 4-3-1-2 e 3-4-1-2, bivio tattico che sarà risolto anche in base alle mosse della Roma, al suo tridente oppure al suo 4-2-3-1 con Schick, Zaniolo ed El Shaarawy (fin qui 6 gol al Chievo in carriera, è la sua vittima preferita) a supporto di Dzeko.
Di qua, come detto, è in infermeria il capitano Pellissier, l’insostituibile o quasi, per Di Carlo: in panchina soltanto in casa della Sampdoria (finì 2-0 per i blucerchiati), sempre schierato dal 1’, uscito al 29’ in quel di Empoli per una lesione muscolare con tempi di re- cupero da valutare di giorno in giorno. Con lui fuori dai giochi, Stepinski (6 reti, bomber di famiglia, a segno nelle ultime due con Fiorentina ed Empoli) è sicuro del posto, mentre Djordjevic e Meggiorini si battono per l’altra poltrona. In regia sarà titolare Dioussé, arrivato in prestito dal Saint Etienne, già intravisto con l’Empoli. «È il più avanti di tutti i nuovi sul piano fisico, conosce bene i nostri moduli, sa come muoversi, accorciare e gioca a due tocchi», così Di Carlo. Un dubbio c’è, in mediana, tra Rigoni e Leris. Un altro, difensivo — Bani, Rossettini e Barba partono dall’inizio, Depaoli non al meglio, Andreolli non ancora pronto — è tra Schelotto e Frey, per la fascia destra: con l’argentino si può sicuramente spingere di più, con l’altro (rientrato ufficialmente nella trasferta di Empoli) contenere. Una staffetta a gara in corso, tra il «Galgo» e il nizzardo, non va assolutamente esclusa, il campo dirà.
Ma dipenderà tutto da come si metteranno le cose in una serata, sulla carta, assai intricata.