Corriere di Verona

Polizia, giurano i nuovi agenti Tra di loro anche Nicol Turazza

Figlia e nipote dei due fratelli uccisi in servizio

- Petronio

Hanno voluto chiamare il loro corso «Fratelli». Come Davide e Massimilia­no Turazza, padre e zio di Nicol che ieri ha giurato con loro. Sono gli allievi della scuola di polizia di Peschiera.

Quel «lo giuro» le è VERONA rimbombato a distanza di 24 anni. Era il 1995, la prima volta che lo sentì. Aveva pochi mesi, al suo primo giuramento Nicol. E a scandire quelle parole era suo padre Davide. Ieri a pronunciar­le è stata lei. «Sono contenta di aver fatto quello che ha fatto lui... Di aver fatto la sua stessa scelta». Quella presa assieme ad altri 121 «fratelli». Lo hanno deciso loro, il nome del corso. Il 202esimo corso allievi agenti della Polizia di Stato della scuola di Peschiera che ieri ha giurato solennemen­te, con una cerimonia in Gran Guardia preceduta da un’alzabandie­ra in piazza Bra, alla presenza del direttore centrale per la polizia stradale, ferroviari­a, delle comunicazi­oni e per i reparti speciali Roberto Sgalla. E in quel nome c’è tutta la storia di 122 ragazzi che in 8 mesi sono diventati donne e uomini in divisa. Compresa la sua. La storia di Nicol. Hanno scelto il nome pensando anche a suo padre e a suo zio, gli allievi del 202esimo. «Fratelli». Come Davide Turazza, il papà di Nicol morto all’alba del 21 febbraio 2005 alla Croce Bianca, ammazzato con il collega Giuseppe Cimarrusti da una rosa di proiettili calibro 9. Davide che era il fratello di un altro poliziotto, Massimilia­no. Morto ammazzato anche lui, nove anni prima. I fratelli Turazza. E Nicol, figlia e nipote, che ha scelto di portare la stessa divisa. Dopo quel «lo giuro», lei e gli altri 121 «fratelli» sono diventati agenti della Polizia di Stato. «Ho pensato che stavo rivivendo le loro stesse emozioni», racconta. «Un tuffo al cuore. Ma ho pensato fosse giusto lasciarla scegliere la sua strada», la guardava sua madre Deborah. Vedova ragazzina, Deborah. Con due figlie. «Risentire il giuramento di Davide pronunciat­o anche da lei è stato qualcosa di indescrivi­bile». Sa, Deborah, che non può permetters­i di avere paura anche per Nicol. Come lo sa sua nonna, Maria Teresa Turazza. Che alla Polizia ha dato due figli. E che ieri era al giuramento di sua nipote. «Siamo consci - ha detto la capocorso Alessandra Negro che nella nostra divisa c’è anche sangue di chi è morto portandola. Sta a noi onorarla, omaggiando il loro sacrificio». Che per Nicol e per un suo compagno, figlio dell’agente Fabio Antonio Faedda morto nel 2002, è anche quello dei loro padri. Non voleva che i suoi compagni sapessero la sua storia, Nicol. Voleva che l’accettasse­ro per quello che è lei e non per quel lutto che non le viene permesso dimenticar­e. «Anche per questo ho chiesto di non essere assegnata a Verona», dice. È stato così e dopo 8 mesi quei compagni di corso sono diventati, tra di loro, «fratelli». Il primo corso con ragazze e ragazzi che non arrivano dalle forze armate, il 202esimo. «Civili», vengono chiamati. «Continuate a insegnargl­i - ha detto il coman- dante della Scuola di Peschiera Gianpaolo Trevisi ai genitori di quegli allievi - la voglia di essere poliziotti, che è diversa dallo “stare” in polizia. Che il nostro è andare “in servizio” e non al “lavoro”. Insegnateg­li la differenza tra giustizia e legge e ad avere pazienza anche con chi ci sputa addosso. Perché noi siamo lo Stato... Insegnateg­li ad avere cura della memoria e a onorare i caduti, che sono tutti “fratelli”. Insegnateg­li a non essere vigliacchi. Potranno avere paura, ma non dovranno essere vigliacchi. Insegnateg­li a coltivare le emozioni e a non adeguarsi».

Gli ha ricordato il coraggio di Manuel Bortuzzo, Trevisi. «Lui racconta com’è questa generazion­e, con la forza e il coraggio di andare avanti». Andrà a lavorare a Padova, Nicol. Non ha voluto alcuna «protezione», quella che prevede per i parenti di un caduto la possibilit­à di lavorare in servizi «protetti».

Vorrebbe fare quello che facevano suo padre e suo zio, Nicol. Stare tra la gente e proteggerl­a. Loro in servizio alle Volanti. Lei ha chiesto di andare al reparto prevenzion­e crimine, ma l’assegnazio­ne non è arrivata. Per lei e i «fratelli» del 202esimo corso ieri il rinfresco dopo il giuramento è stato veloce. Hanno deciso loro di ridurlo, per devolvere i soldi alle scuole di Arquata del Tronto, il Comune ascolano sfregiato dal terremoto del 2016. «Questa è la polizia. La grande famiglia della polizia», ha commentato il questore Ivana Petricca che in passato ha diretto la scuola di Peschiera. «Polizia che a Verona ha pagato un tributo altissimo di sangue, con cinque caduti. I ricordi corrono là, a loro. Ma poi ci sono questi ragazzi. E la condivisio­ne diventa lieta...».

Nicol Sono contenta. Ho rivissuto le emozioni di mio padre e mio zio, ma adesso vivo la mia vita La mamma C’era anche Nicol quando Davide giurò. Rivederlo fare a lei è indescrivi­bile

 ??  ??
 ?? (Foto Sartori) ?? AgentiSopr­a gli allievi del 202esimo corso della Scuola di Polizia di Peschiera. Tra di loro anche Nicol Turazza (foto a fianco) figlia di Davide e nipote di Massimilia­no Turazza, entrambi poliziotti morti in servizio
(Foto Sartori) AgentiSopr­a gli allievi del 202esimo corso della Scuola di Polizia di Peschiera. Tra di loro anche Nicol Turazza (foto a fianco) figlia di Davide e nipote di Massimilia­no Turazza, entrambi poliziotti morti in servizio
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy