Corriere di Verona

Alessio Boni porta «Don Chisciotte» al Teatro Nuovo

Da questa sera a Verona, fino a domenica. Nei panni di Sancho Panza l’attrice turca Serra Yilmaz, musa di Ozpeteck. «Chi è normale? Chi è pazzo? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici»

- Bertoni

La sfida è portare in un contesto attuale le 1400 pagine che raccontano una storia del 1600. E per di più, farlo da un palcosceni­co teatrale, a diretto confronto con umani, e non con una macchina, come accade quando si fa television­e. È il nuovo lavoro di Alessio Boni, che da questa sera (alle 20.45) al Teatro Nuovo di Verona porta i panni di Don

Chisciotte (repliche serali fino a sabato 16, ultima replica domenica 17 alle 16).

Accanto a Alessio Boni, c’è Serra Yilmaz, attrice turca conosciuta soprattutt­o per i film di Ozpeteck, da «Le fate ignoranti» a «Saturno contro», che in questo caso veste i panni di Sancho Panza.

L’adattament­o è di Francesco Niccolini e la regia è a sei mani, con lo stesso Alessio Boni affiancato da Roberto Aldorasi e Malcello Prayer.

Dopo il debutto a Tortona in gennaio, dove lo spettacolo è stato accolto con favore, Alessio Boni, forte dei successi televisivi (“La strada del cigno” in tivù in queste settimane ha fatto il boom di ascolti, preceduto da “Di padre in figlia” e “La strada di casa”), allievo di Strehler e di Ronconi (sul palco interprete di testi sacri da “L’avaro” di Moliére fino a “I duellanti” di Joseph Conrad, portato in scena due anni fa), con il suo “Don Chisciotte” arriva oggi alla prova del pubblico veronese.

Lo spettacolo, con le scene di Massimo Troncanett­i e i costumi di Francesco Esposito, le luci di Davide Scognamigl­io e le musiche di Francesco Forni, un ronzino di cartapesta in scena, è liberament­e ispirato al romanzo di Cervantes (1547-1616).

Pubblicato tra il 1605 e il 1615, è il primo grande romanzo moderno, dove il protagonis­ta insegue i miraggi del sogno, della fantasia, dell’ignoto, dell’istinto e della follia. «Chi è pazzo? Chi è normale? – si chiede lo stesso Boni – Forse chi vive nella sua

lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici». Perché le avventure di Don Chisciotte sono costellate di dolorosi fallimenti: dopo aver condiviso le sue fantasie con il parroco e il barbiere del suo villaggio, il povero hidalgo salta sul suo ronzino ispirato dall’amore per Dulcinea.

Ma le sue avventure finiranno a suon di randellate, segnate da tristi ritorni e coraggiose ripartenze, accompagna­to da Sancho Panza.

Il romanzo vede la sconfitta di Don Chisciotte, ma realtà e sogno si confondera­nno sul palco del Nuovo, così come il tempo passato e la realtà di oggi, senza escludere la possibilit­à di una riscrittur­a del finale, tra mistero e sorpresa. «Dopotutto – conclude Boni - sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorr­ente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno: tra gli altri Galileo, Leonardo, Mozart, Che Guevara, Mandela, Madre Teresa, Steve Jobs e – perché no? – Don Chisciotte».

Giovedì alle 18 gli interpreti (oltre a Boni e Serra, Marcello Prayer, Francesco Meoni, Pietro Faiella, Liliana Massari ed Elena Nico) incontrera­nno il pubblico nel foyer del teatro Nuovo di Verona (conduce la giornalist­a Alessandra Galetto). Info 0458006100, www.teatronuov­overona.it

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A teatro Alessio Boni in scena a teatro come Don Chisciotte. Qui in sella al suo fido ronzino

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