«Ho ingannato il prete perché ho debiti di gioco e gli usurai alle calcagna»
«È vero, ho ingannato quel sacerdote» ha confessato Bruno Verde, 65 anni arrestato dalla polizia per la classica «truffa all’americana» ai danni di un anziano prelato di Borgo Trento .«Mi servivano soldi perché ho debiti al gioco ed ero finito nelle mani degli usurai» ha tentato di giustificarsi Verde nel corso dell’interrogatorio.
In carcere a Montorio, dov’è stato sentito ieri dal giudice per le indagini preliminari Paola Vacca, ha ammesso l’evidenza. «È vero, ho ingannato quel sacerdote» ha confessato Bruno Verde, 65 anni e diversi precedenti nella sua tutt’altro che immacolata fedina penale, arrestato dalla polizia per la classica «truffa all’americana» ai danni di un anziano prelato.«Mi servivano soldi perché ho debiti al gioco ed ero finito nelle mani degli usurai» ha tentato di giustificarsi Verde nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Nei giorni scorsi, a Borgo Trento, la vittima del raggiro era stata contattata da un sedicente medico, il «dottor Visentini», che affermava di voler devolvere alla chiesa un lascito di circa 40mila euro.Il prelato e il finto benefattore si erano quindi dati appuntamento per discutere della donazione ma un complice, fingendosi uno svizzero di passaggio, si erano unito ai due affermando di essere giunto in Italia per cercare un medico, inventandone le generalità, al quale avrebbe dovuto lasciare una lauta somma di denaro. Ma poiché quel medico era venuto a mancare, lo «svizzero» prospettò l’idea di voler anch’egli effettuare una donazione alla chiesa. Mancava solo il notaio le cui spese, guarda caso, si concordò dover essere sostenute dal prete. Quest’ultimo si recò in banca per prelevare 5mila euro: il provento dell’odioso inganno.