Papà del Gnoco, la proclamazione nel segno di Elia
Cerimonia in Gran Guardia, ricordato il piccolo Elia
La grande notte di Franz. Ieri sera è stato incoronato il 489esimo Papà del Gnoco in una Gran Guardia strapiena.
Francesco Gambale ha indossato la corona, impugnato il piron, guanti di una taglia più grande e broccato che trattiene a stento la pancia finta e la verissima emozione. Di tutti. Anche di Sebastiano Ridolfi, Fox, il duellante che era seduto in prima fila. L’abbraccio tra i due è la chiosa perfetta di una competizione che ha coinvolto come mai prima.
Ci sono la «teta slisa» di Giulietta e il «liston» nell’inno che risuona nell’attesa della corte gnocolara. Il sindaco Sboarina, l’ex primo cittadino Tosi, l’assessore alle manifestazioni Rando: la politica guarda e sorride. Al giocoliere che intrattiene cadono i cerchi colorati, due anziane si sentono liceali davanti alla macchina fotografica, i bambini ridono a prescindere e gli adolescenti si chiedono perché. Mentre il senato del Bacanal, composto dagli ex sire del carnevale, fa da barriera al retrogusto di luppolo e «sganasar».
Entra Franz. Boato. Enrico Zecchetto detto Scintilla, il predecessore, lo aspetta sul palco pieno d’orgoglio ma senza parole, col Notaro di San Zeno Andrea Perina che srotola la pergamena e legge una formula che ha quasi cinquecento anni. Le majorettes di San Michele frullano i ponpon al ritmo della Marching Stop band e i suoi 60 elementi: le note giuste per scaldare i cuori.
Per le parole, invece, ci pensa Thomas Rizzotti, il papà del piccolo Elia, morto a soli 11 anni a Lavagno qualche giorno fa. Grande tifoso del Verona è a lui che Franz ha dedicato la vittoria «perché il carnevale deve essere dei bambini - dice emozionato - il mio impegno sarà questo: portare allegria per loro nel segno della nostra impareggiabile tradizione». I bambini, già.
«Se avete figli coccolateli, teneteveli stretti, portateli in giro con voi... Non ho altro da dire, ma ringraziamo tutti per l’immenso affetto», dice commosso il papà di Elia, mentre stringe le mani della moglie Claudia e la maglia del Verona dedicata al figlio. Lacrime e sorrisi. Il carnevale può fare anche questo. «L’elezione ha dimostrato che Verona è una città per tutti – dice Valerio Corradi, presidente del Bacanal. Il carnevale ha fatto dimenticare le polemiche sterili perché l’obiettivo è portare il sorriso ogni giorno. E lo faremo anche grazie ai tanti volontari che per 4 mesi saranno ovunque tra case di riposo, ospedali, asili».
«Grazie a Franz e Fox per un’elezione da record (oltre settemila solo i votanti, ndr) e alle migliaia di veronesi in piazza perché questo è il carnevale: veronesità, superare tutto e tutti nello spirito del divertimento. È la nostra storia. Il carnevale prende in giro tutto e non dobbiamo prenderci sul serio». Fox sale sul palco, indossa la parrucca di Trump e dice commosso «di aver trovato una famiglia».
Un bel momento non scalfito da quel messaggio di Vittorio Di Dio sul proprio profilo Facebook. L’ex assessore alle Pari opportunità, e attuale direttore delle relazioni esterne di VeronaFiere se ne era uscito nei giorni scorsi con un «il primo gay pride “mascherato” può aspettare...».
Dopo la presa di distanze del Bacanal, è arrivata ieri anche quella della stessa VeronaFiere. Che sui social sottolinea come quelle parole «non esprimono in alcun modo la posizione e il pensiero della società».
Il caso Veronafiere prende le distanze dalle parole scritte su Facebook dal dirigente Di Dio su Fox «Non esprimomo il pensiero della società»