Corriere di Verona

«Ho rischiato di morire per una pasticca d’ecstasy, era tagliata con il topicida»

- Davide Orsato © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Esistono due modi di affrontare il problema droga: facendo il possibile per fermarla oppure accettando una cultura della legalizzaz­ione che non si sa dove ci porterà». Adesso, Giorgia Benusiglio ha 36 anni. Quando ne aveva sedici ha rischiato di morire per una pasticca d’ecstasy. «Era tagliata con il veleno per topi racconta - ho dovuto subire un trapianto di fegato. Sono fortunata ad essere qui». Lo prese come un segno: da allora, instancabi­lmente, visita scuole, parla con i ragazzi, si informa con i medici che si occupa di lotta alle dipendenze. Ieri, Giorgia ha fatto tappa al teatro Stimate, gremito dagli studenti dell’omonimo liceo. I temi sul piatto sono molti. C’è la questione della cannabis light: Verona è tra le città che ospita più negozi di marijuana legale. E in parlamento c’è una proposta di legge che propone di depenalizz­are le droghe leggere tout court. Alcuni degli studenti, dalla platea la sfidano: «Ma nessuno ha fatto un’overdose di marijuana». La risposta, pronta. «Forse no, ma causa danni cerebrali permanenti. Li ho visto sugli esiti di alcune risonanze magnetiche». Benusiglio è fatta così: si interessa alle novità che arrivano dagli specialist­i e cerca di spiegarle. «La cosa più sbagliata, se si vuole fare davvero campagna contro la droga è essere noiosi: andare dai giovani con la schedina, il libretto… non funziona. Bisogna parlare la loro lingua e spiegare che rischi corrono. Qualcuno mi dice che magari sono stata sfortunata a beccarmi la pasticca tagliata male. Ma si muore anche del principio attivo dell’ecstasy, l’Mdma: si rischia l’edema cerebrale». Per quanto riguarda la situazione attuale, non riesce a essere ottimista: «Sono anni che il professor Riccardo Gatti (direttore del dipartimen­to delle dipendenze dell’Asl di Milano, ndr), che considero il mio guru dice che c’è il rischio di un ritorno dell’eroina. Nel 2018 sono morte per overdose 223 persone, una ogni due giorni. E l’età media sta scendendo: l’ultima vittima aveva sedici anni. Se non se ne parla, se c’è un lassismo, il rischio è quello di peggiorare la situazione». I controlli antidroga nelle scuole, con i test (proposti dall’assessore regionale all’Istruzione, Elena Donazzan) possono aiutare? «Certamente: come si fanno nei luoghi di lavoro, si possono fare anche in quelli destinati all’istruzione. Potrebbero essere efficaci».

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Testimonia­nza Giorgia Benusiglio davanti agli studenti del liceo Stimate

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