Uova contro le pietre d’inciampo dei bimbi
Venezia, il rabbino: «Non sappiamo se si tratti di bulli o di vandali». I residenti: «Le sporcano sempre»
Imbrattate con le uova le sette pietre d’inciampo di fronte al portone di palazzetto Bembo e la facciata dell’edificio stesso. È accaduto martedì notte, in campiello Santa Maria Nova, a Cannaregio. Ancora non è chiaro se le pietre, posate in ricordo della famiglia Dina, siano state imbrattate di proposito o siano state coperte dagli schizzi che hanno raggiunto le finestre del primo piano: sono in corso gli accertamenti da parte dei carabinieri, che stanno esaminando le registrazioni della videosorveglianza.
«Aspettiamo di capire cosa trovano le forze dell’ordine — commenta Paolo Navarro, portavoce della comunità ebraica di Venezia — è da stabilire se si tratti di una bravata o di un atto vandalico». Per quanto non sia ancora chiaro chi siano i responsabili e quale sia il movente, di fatto non è la prima volta che queste pietre d’inciampo sono oggetto di atti di spregio nei confronti della memoria della Shoah. A raccontarlo sono Pietro Scarpa, noto antiquario che vive al primo piano del palazzetto, al quale appunto sono state indirizzate le uova, e la moglie Tatiana. «Appena sono state posate, hanno subito cominciato a sporcarle, sputandoci sopra — spiega Tatiana —. Ho messo un cartello perché volevo venisse portato loro rispetto, ma è stato strappato un sacco di volte: quelle pietre ricordano dei bambini, una famiglia. A me queste pietre hanno sconvolto: sono quattro fratellini deportati, di cui un bambino di soli diciotto mesi, rimasti sei mesi ad Auschwitz e uccisi insieme alla madre. Ogni volta che usciamo non posso fare a meno di notarle».
Il messaggio appeso sul portone verde è breve ma esplicativo: «Rispettate queste pietre, ricordo di sette deportati, di cui quattro bambini». Sotto di esso, vi è anche un altro messaggio, una copia della pagina Wikipedia sulla «Giornata della memoria», proprio per enfatizzare l’importanza simbolica delle pietre d’inciampo. «Viene regolarmente Alcune uova hanno imbrattato le pietre di inciampo in campo Santa Maria Nova a Cannaregio strappato — continua Tatiana — lo ristampo e lo riappendo, poi ci trovo magari anche scritte sopra: è un dispetto. Io ogni mattina pulisco le pietre e le lucido, ci troviamo sopra di tutto».
La donna ieri mattina è stata la prima ad accorgersene, anche se al primo impatto pensava fossero stati i gabbiani: «Avrebbe dovuto vedere cosa c’era: uova dappertutto, sui vetri delle finestre, i gusci impigliati tra i rami delle piante sul davanzale. Sono riuscita a pulire quasi tutto, comprese le pietre». Non è però da escludere che sia stata una bravata. «Forse sono solo dei bulli — dice Pietro Scarpa — è un brutto momento qui a Venezia, con le bande che girano in questa zona». E aggiunge: «Non so cosa si riesca a vedere dalle telecamere dal momento che è accaduto di notte, i carabinieri sono venuti subito e speriamo non sia stato un attacco sgradevole nei confronti della comunità ebraica. Nessuno vuole che ci sia un rigurgito di cose che sono passate, speriamo del tutto. Sarebbe un atto raccapricciante».