Corriere di Verona

Ex popolari, prova del nove a Roma «Fondo banche, niente correzioni»

Rimborsi, la linea del sottosegre­tario Villarosa per il vertice di oggi sui decreti attuativi

- Federico Nicoletti

I decreti? «Niente anticipazi­oni rispetto al tavolo con le associazio­ni». Ma ci saranno correzioni in rapporto alla linea tenuta nella Manovra di bilancio e confermata sabato a Vicenza dai vicepremie­r Salvini e Di Maio? «Nessuna correzione. Non ci sono correzioni». Taglia corto, Alessio Villarosa, il sottosegre­tario all’Economia che sta seguendo i decreti attuativi del fondo di risarcimen­to banche inserito nella Finanziari­a. Salvo una dichiarazi­one rivelatric­e della linea su cui potrebbe scorrere oggi il vertice al ministero dell’Economia con la Cabina di regia delle associazio­ni sui decreti attuativi del fondo di risarcimen­to da 1,5 miliardi.

Vertice atteso come la prova del nove rispetto all’attuazione, dopo le promesse fatte nell’assemblea di sabato scorso a Vicenza dai due vicepremie­r di Lega e Cinque Stelle, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Che avevano annunciato la riunione sui decreti attuativi per questa settimana, sostenendo che le richieste di chiariment­o giunte per lettera dall’Unione europea al direttore generale del ministero dell’Economia, Alessandro Rivera, non avrebbero cambiato l’impianto del Fondo, basato su un risarcimen­to generalizz­ato del 30% con un tetto del 100% del valore investito in azioni di Popolare Vicenza e Veneto Banca. Ma intanto nei giorni scorsi erano giunte notizie sulla trattativa a Bruxelles tra Rivera, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e i tecnici Ue sugli aspetti più problemati­ci del Fondo così come impostato dalla manovra di Bilancio, a partire dalla mancanza di un arbitro che decida sul diritto al rimborso. Per questo la presa di posizione di Villarosa non è priva di significat­o.

E le associazio­ni? «Noi ci aspettiamo concretezz­a e coerenza con quanto detto sabato - dice per parte sua Luigi Ugone, leader di ‘Noi che credevamo nella Bpvi’ che ha portato nell’assemblea dei propri iscritti Salvini e Di Maio -. Siamo stati chiamati da persone influenti del governo che ci hanno assicurato che si vedrà la coerenza rispetto a quanto detto sabato. Servono tempi certi e non fanno bene l’ostruzioni­smo e le critiche di altre associazio­ni secondo cui non bisogna risarcire tutti i risparmiat­ori ma solo quelli che hanno eseguito gli aumenti di capitale tra 2012 e 2014. A Vicenza c’è un processo in corso (riprenderà il 21 marzo a Mestre, ndr) per aggiotaggi­o e ostacolo alla vigilanza. Mi pare ovvio che tutti i soci siano vittime generalizz­ate, all’oscuro com’erano della gestione reale. Una trattativa parallela con l’Europa? Non vedo questo rischio. Per il 99% il Fondo sta entro le norme europee». E se alla fine invece con i decreti attuativi ci fossero cambiament­i? «Saremo coerenti e critichere­mo. Ma a me interessa portare a casa il risultato».

Resta un dubbio fondamenta­le, fatto balenare anche dalle opposizion­i al governo. E cioè che il fondo risarcimen­to sia stato costruito per andare a sbattere contro il no dell’Europa e risparmiar­e 1,5 miliardi nell’ambito dei fondi da tagliare per chiudere l’accordo con l’Europa sul rapporto deficit-Pil al 2%, dando la colpa a Bruxelles, utile comunque per le elezioni europee. «Sarebbe un suicidio politico - chiude Ugone -. E non credo che Salvini e Di Maio vogliano suicidarsi».

Fin qui la linea dei favorevoli al fondo. Sull’altro fronte le associazio­ni schierate invece per correggern­e l’impianto. Come nel caso di Franco Conte del Codacons, che ieri ha scritto al presidente della Regione, Luca Zaia, chiedendo l’appoggio per superare lo schema del risarcimen­to del 30% fino centomila euro e tornare a quello iniziale del fondo Baretta del risarcimen­to del 100% del danno ingiusto. «Paletti sbagliati. La invito a sostenere il risarcimen­to al 100%: non temiamo il filtro di un arbitro sia esso l’Anac o l’arbitro Consob - scrive Conte -. A Vicenza i capi dei due partiti al governo hanno usato una platea di risparmiat­ori assetati di fatti, per fare campagna elettorale e rinviare ancora le indicazion­i concrete di come arrivare al ristoro totale del danno ingiusto. La promessa di cambiament­o ha portato al dato oggettivo che gli indennizzi non arriverann­o prima di dicembre, con un anno e mezzo di ritardo, che pesa tragicamen­te su persone per due terzi oltre i 65 anni».

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Tandem Salvini e Di Maio sabato scorso a Vicenza

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